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In 45mila sono accorsi al Circo Massimo per Roger Waters e l’ex Pink Floyd non li ha certo delusi: due ore e mezza di musica e tanta politica che si intrecciava ai suoi più grandi successi, come quella Pigs cantata mentre sullo schermo ad alta definizione scorrevano le immagini di Donald Trump.
“Questa mattina, come è successo per ogni data del tour, abbiamo messo un post su Facebook per annunciare il concerto’, ha detto Waters dal palco. “Il primo commento è stato quello di un tizio che diceva: per favore, vieni e suona le tue canzoni. Ma non lanciare messaggi politici.”. “Ecco, a questo tizio vorrei dire: fuck you!”, ha concluso.
Tutto lo show è stata una cronaca del dramma umanitario dei migranti e della disperazione, seguita però sempre dall’appello a restare umani “non per noi, ma per i nostri figli e per i nostri nipoti. Dobbiamo permettere anche a loro di godere delle colline toscane come del deserto dell’Afghanistan. E c’è qualcuno che vuole distruggere tutto questo”.
Il Circo Massimo canta come una sola voce. Ed è il traino per ‘Another Brick in the Wall Part 2’, certamente uno dei pezzi più attesi. Dopo un break di un quarto d’ora, il multiforme palco cambia. Con un fragore degno di un terremoto sembra crollare, implodere, chiudersi su se stesso. Sull’enorme schermo spuntano quattro ciminiere, che svettano verso il cielo. Di colpo le vestigia romane del Palatino si trasformano nella power station di Battersea, mentre il maiale Algie prende il volo, fermandosi lì dove richiede la copertina di Animals. Parte ‘Dogs’ e ‘Pigs’ segue a ruota: è il cuore politico del concerto. L’invettiva contro Trump, certo. Ma anche contro ‘tutti i fascismi’: vengono citati anche Le Pen, Farage e Putin. E qualcuno grida ‘Salvini’. Si spengono le luci e dei laser disegnano un enorme prisma di fronte al palco. Dal fondo del Circo Massimo un raggio di luce lo attraversa, trasformandosi in un arcobaleno che abbraccia il palco. E’ l’ennesima trasformazione: ora il centro di Roma è una copertina dello studio Hipgnosis di Storm Thorgerson. Parte ‘Brain Damage’, seguita da ‘Eclipse’. La virata intimista di ‘Mother’ vede spegnersi gli effetti del video-wall lasciando il palco al solo Waters con la chitarra acustica. ‘Restiamo umani’, chiede ancora. E questa volta lo fa in italiano. Prima di lanciarsi nella chiusura del concerto: quella ‘Comfortably Numb’ che tutti attendevano fin dall’inizio. Certo, manca Gilmour. Ma la chitarra di David Kilminster non lo fa rimpiangere.