Nel 1968 Riccardo Muti, a 27 anni, diresse per la prima volta l’Orchestra del Maggio musicale fiorentino. La città se ne innamorò, tali erano la qualità, la tecnica interpretativa, il carisma e le sottigliezze musicali di un direttore allora non famoso come oggi. A 50 anni da quel debutto Muti festeggia la ricorrenza dirigendo il “Macbeth” di Verdi in forma di concerto l’11 e 13 luglio alle 20 al Teatro dell’Opera. Ma prima si concede a una conversazione in pubblico martedì 10 luglio alle 18 nel Salone dei Cinquecento a Palazzo Vecchio. Cura e coordina l’incontro la giornalista ed esperta della materia Leonetta Bentivoglio, partecipano il sindaco di Firenze Dario Nardella e il sovrintendente del Maggio Cristiano Chiarot.
Sulla storia di Muti e Firenze parlano, lunedì 9 luglio alle 16.30 nel foyer di galleria del Teatro del Maggio, Giovanni Vitali, Luciano Alberti, Marco Grandona, Giuseppe Rossi e Daniele Spini. Come scrive Vitali nel programma di sala del “Macbeth”, “quello tra la città e il maestro è il racconto di un amore appassionato, coinvolgente, difficile da comprendere da quanti non lo abbiano vissuto in prima persona, provando emozioni rimaste impresse in maniera indelebile nella memoria e che, a distanza di tanti anni, riaffiorano con la stessa tumultuosa forza di allora”. E Muti, in una intervista a Valerio Cappelli, su come fu accolto a Firenze, rispose: fu accolto “con affetto, come un cittadino dell’Italia. Quando tornai in tournée con la Filarmonica della Scala, nel 2004, al pubblico del Comunale dissi ciò che le ho detto all’inizio della nostra conversazione: avete creduto in me quando ancora non ero nessuno”.
L’incontro nel foyer e nel sono a ingresso libero fino a esaurimento dei posti. Nell’opera verdiana, con Lorenzo Fratini maestro del coro, Macbeth è interpretato da Luca Salsi, Lady Macbeth da Vittoria Yeo, Bancuo da Riccardo Zanellato, Macduff da Francesco Meli.