Senegal, gruppi islamici contro Rihanna: è una massona e promuove l'omosessualità

La cantante (a Dakar per un evento sull'educazione, presieduto anche da Macron) accusata di fare parte della setta degli illuminati e di volere corrompere i giovani senegalesi

Senegal, gruppi islamici contro Rihanna: è una massona e promuove l'omosessualità
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1 Febbraio 2018 - 14.21


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Trenta organizzazioni religiose senegalesi, riunite nel collettivo “No alla massoneria e all’omosessualità”, hanno chiesto alle autorità del Senegal di impedire l’arrivo nel Paese della cantante Rihanna, attesa per domani nella capitale  per la conferenza di finanziamento del Global Partnership for Education (Pme). A presiedere la conferenza saranno il presidente senegalese Macky Sall e quello francese Emanuel Macron.
Il perchè della singolare richiesta sta nel convincimento comune alle organizzazioni firmatarie dell’appello che la cantante sia portatrice di ”pericoli socio-culturali”.
Come si è ritrovata Rihanna sotto il fuoco dei critici, nel tollerante Senegal? Pochi giorni fa, sulla Rete, è stato trasmesso un video che promette di svelare la “trama” intorno alla presenza della cantante in Senegal, sostenendo che “il suo viaggio è stato orchestrato in complicità con il governo per realizzare un programma educativo che mira a rendere le future generazioni fedeli seguaci di Satana”.
L’accusa potrebbe indurre al sorriso, se alcune delle organizzazioni religiose, come Jamra, non fossero regolarmente in un’efficace lobby con le autorità.
“Rihanna non lo nasconde: fa parte degli Illuminati, che è un ramo della Massoneria”, dice Sheikh Oumar Diagne, responsabile della comunicazione del collettivo. Inoltre, aggiunge, il suo arrivo coincide stranamente con la data originariamente prevista per gli Incontri umanisti e massoni africano e malgascio (in programma a Dakar, ndr). Ai nostri occhi, è stato un tentativo di diversione inteso a nascondere all’opinione pubblica lo svolgimento di questo incontro dei massoni”.
L’incontro massonico era in programma per il 2 e 3 febbraio in un grande hotel della capitale senegalese. Ma l’evento è stato cancellato a metà gennaio, sotto la pressione del collettivo. La gestione del Re Fahd Palace, l’hotel che doveva ospitare l’appuntamento annuale della massoneria africana, non ha avuto altra scelta che gettare la spugna, “a causa di minacce di disturbo all’ordine pubblico”.
Lungi dall’essere soddisfatto da questa vittoria, il 28 gennaio il gruppo ha organizzato un incontro pubblico, nella moschea dell’aeroporto di Dakar-Yoff. Obiettivo, con l’obiettivo di : “scambiare i modi e i mezzi da attuare per far fronte agli attacchi terroristici che i massoni ed i loro accoliti omosessuali hanno lanciato da qualche tempo contro il Senegal, per lo scopo iniquo e subdolo di rendere il nostro caro Paese un centro di perversione universale. “
Una posizione condivisa anche da Serigne Mame Doudou Sy, figlio del califfo generale dei Tidianes, una delle due principali confraternite religiose del Senegal, che, in una intervista, ha confessato: “Se avessi il potere, finanzierei i giovani per cacciare gli omosessuali, tagliarli e seppellirli. Lo stesso per i massoni”.

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