A quasi 79 anni si è spento a Johannesburg Hugh Ramopolo Masekela, trombettista, cantante e compositore sudafricano che lottò contro il regime razzista dell’Apartheid e, tra l’altro, fu marito della grande Miriam Makeba per un paio di anni. Aveva un cancro alla prostata. Era nato il 4 aprile 1939. Jazzista di un jazz ad ampio raggio che sapeva affondare le sue radici anche nelle musiche delle tribù della sua terra e del continente, oltre che nella musica afroamericana, Masekela ha sconfinato spesso nel pop, nel rock. Ha collaborato tra gli altri con Paul Simon, i Byrds, Bob Marley, il padre dell’afro beat Fela Kuti.
Autentico maestro della tromba, del flicorno e della cornetta, pubblicò i suoi primi dischi da solista negli anni Sessanta. Sue alcune canzoni anti-apartheid tra cui “Soweto Blues”, interpretata da Miriam Makeba e ispirata alle rivolte del 1976 degli studenti neri contro le politiche segregazioniste degli afrikaner, dove furono uccisi centinaia di neri. Sostenne con forza la campagna internazionale per la scarcerazione di Nelson Mandela e nel 1986 scrisse la canzone “Bring Home Nelson Mandela”. Finito l’apartheid, , nel 1990Masekela tornò a vivere in Sudafrica.
Disse: “Quando la mia generazione è cresciuta, c’erano già in atto mille espedienti di lotta contro l’establishment. Quello che la gente non sa sull’oppressione è che chi è oppresso lavora si impegna molto di più: mentre cresci ti viene continuamente detto che tu non sei abbastanza intelligente o veloce. Ma tutti noi ragazzini di allora siamo cresciuti con la voglia di battere il sistema”.