Mikko Franck, direttore e ospite principale dellìOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, ha le idee chiare su cosa lo ispiri nel suo lavoro.
“La natura selvaggia della Finlandia permea la nostra musica ma anche il nostro popolo. Siamo poco più di 5,2 milioni di cittadini in una terra sconfinata che ha circa 35mila laghi, passiamo molto tempo a contatto con la natura, amiamo stare da soli e, nonostante le statistiche dicano che siamo il popolo col maggior numero di cellulari, ci piace parlare poco”. Nella conferenza stampa di presentazione del suo incarico – “nuovo per l’Accademia ma comune in moltissime grandi orchestre”, sottolinea il sovrintendente Michele dall’Ongaro – e dei suoi prossimi concerti, è un fiume in piena.
“Per me è un onore questo incarico che accetto con grande umiltà, un motivo d’orgoglio portare la mia esperienza e le mie idee in un’istituzione secolare come Santa Cecilia”, dice Franck, prodigo nel raccontare la sua terra (“abbiamo solo 100 anni di indipendenza, siamo un Paese giovanissimo. Per questo mi affascina l’Italia e soprattutto Roma con le sue tradizioni millenarie”), la sua passione per la musica e il suo rapporto con Einojuhani Rautavaara, il compositore finlandese scomparso l’anno scorso.
Di Rautavaara, Franck, giovedì alle 19,30 nella Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma (repliche venerdì alle 20,30 e sabato alle 18), dirigerà in prima esecuzione romana ‘Angels and Visitations’, accanto ai ‘Quadri da un’esposizione’ di Mussorgskij nell’orchestrazione di Ravel e al Concerto per violino n. 1 di Prokof’ev con la violinista russa Alina Pogostkina.
“E’ un brano per me molto importante, l’ho diretto quando avevo 18 anni con Ratauvaara presente in sala, che alla fine venne a congratularsi con me: ‘Non l’avevo mai sentito così, ma è esattamente come l’avevo immaginato’, mi disse. Da quel momento nacque una collaborazione professionale e un’amicizia straordinaria. Vi rivelo una cosa – aggiunge con tono misterioso – la partitura, composta nel 1978, riporta la dedica a Mikko Franck. Ma io sono nato nel 1979. Ovviamente – ride – non vi svelo le ragioni e lascio ai musicologi il compito di lambiccarsi il cervello su questo mistero”.
Quanto a ‘Angels and Visitations’, Franck chiarisce che si tratta di “un brano autobiografico che ripercorre gli incubi di Ratauvaara bambino, popolati da angeli terrificanti, molto diversi da quelli buoni sulle nuvolette, che arrivavano per portarlo via con loro. Una presenza che in partitura è segnata dai registri gravi dell’orchestra”. E confessa che anche lui da bambino aveva spesso incubi abitati da creature spaventose: “Ho deciso di stabilire una relazione con queste creature abbracciandole e giocandoci per sconfiggerle”.
In realtà il programma scelto da Franck anche per i successivi concerti a Santa Cecilia ha un qualche rapporto con il demoniaco, la morte e gli aspetti oscuri dell’esistenza, dai ‘Quadri da un’esposizione’ di Mussorgskij popolati da creature fantastiche, all”Olandese Volante’ di Richard Wagner (in forma di concerto il 26, 28 e 30 marzo 2018), agli echi della natura selvaggia di Sibelius, accanto a Cajkovskij e Lalo (ottobre 2018), fino alla seconda sinfonia ‘Resurrezione’ di Mahler (maggio 2019) e al Ravel de ‘La Nuit, l’Aurore e Tout est lumière’, del concerto in Sol e della complessa Sinfonia in Re di César Franck (febbraio 2019). Mikko Franck scherza sull’omonimia con il compositore francese: “Esa-Pekka Salonen ha fatto un cd dal titolo ‘Salonen dirige Sibelius’, io sogno di fare ‘Franck dirige Franck’!”.
Direttore principale dell’Orchestre Philharmonique di Radio France, a soli 38 anni Franck ha già diretto la New York Philharmonic, la Chicago Symphony, la Philarmonie di Londra, è ospite fisso alla Staatsoper di Vienna e a gennaio tornerà sul podio dei Berliner Philharmoniker con il suo gesto geometrico e chiaro che genera un suono pieno, rotondo, ben definito e preciso. A Santa Cecilia ha debuttato due anni fa con la ‘Patetica’ di Cajkovskij: “E’ un’orchestra con musicisti di altissimo livello con i quali ho stabilito una connessione professionale e umana straordinaria. Per me la musica è emozione. E la connessione tra me e l’orchestra e tra noi e il pubblico è il mezzo per trasmettere l’emozione in sala”, spiega Franck.
Dall’Ongaro, infine, ribadisce la “speciale sintonia artistica e umana che si è creata tra il maestro finlandese e l’orchestra”, sottolineando che “con questa nomina l’Accademia disegna una sorta di trifoglio ideale che abbraccia l’occidente e l’Italia, con Antonio Pappano da 12 anni direttore principale, l’oriente con Yuri Temirkanov, nostro direttore onorario, e il nord con Franck”.