Quella lunga serata con Fiorella Mannoia

L'incontro all'Auditorium Parco della Musica con una grande artista che prosegue per la sua strada, arricchendo di continuo la sua ricerca musicale

Quella lunga serata con Fiorella Mannoia
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Nuccio Fava Modifica articolo

4 Luglio 2017 - 10.39


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Non era proprio previsto che andassi all’Auditorium Parco della Musica.
Volevo anzi tornare in serata stessa nella mia casa tra Orvieto e Bagnoregio per ritrovare quiete e silenzio, ormai impossibili a Roma anche a notte fonda.
Fiorella regge magnificamente la scena, la sua voce ed energia restano quelle degli inizi. Smuove emozioni profonde che ti restano dentro ma anche riflessioni e pensieri. Che in qualche modo ti accompagnano e ti spingono a unirti al canto e a danzare: lo fanno in tanti sulle gradinate della Cavea dell’Auditorium, specie ragazze e ragazzi.
L’atmosfera è quella della festa alla quale Fiorella si rivolge “ Mi sento a casa mia in ogni parte d’Italia, ma Roma è una patria davvero speciale. Sono con la testa sotto i vostri piedi.” Non si sente in competizione con il grande raduno di Modena per Vasco Rossi, coperto in diretta dalla Rai.
Una artista come Fiorella Mannoia non ama raffronti fuori luogo, prosegue per la sua strada, arricchendo di continuo la sua ricerca musicale e civile. Lo si è visto con il secondo posto raggiunto in quel grande baraccone che è diventato Sanremo. Il nuovo direttore generale dopo il contratto a Fazio ha promesso ogni sforzo per assicurarsi Benigni e affidare alla Clerici la conduzione del festival. Speriamo ci sia risparmiata la sezione speciale dei bimbi sotto i dieci anni e un “angolo del cuoco” riservato agli stessi concorrenti.
Di poltiglie siffatte la Mannoia non è mai stata responsabile, gelosa della sua ispirazione genuina, del suo fluire canoro che mette gaiezza e sollecita anche “presenza e impegno”. Da qualche anno Fiorella è promotrice di Progetto Axé Italia, una Onlus che appoggia una ONG con sede a Salvador de Bahia, sensibilizzando e affrontando l’enorme tema dell’educazione dei “bambini di strada”. Un progetto educativo ormai trentennale, di grande valore etico-civile anche nel nostro paese: si pensi alla grave quota di dispersione scolastica, non solo nei quartire degradati di Napoli, ma almeno in tutto il centro sud e alle nuove e crescenti emegenze per il dramma dell’immigrazione, gli zingari e i tanti senza lavoro e senza tetto.
Fiorella nel suo album si dedica a questa frontiera, intitolandolo appunto “Combattente”. Lo svolge con ardore e in modo affascinante ma vale anche come invito a ciascuno di noi per prendere posizione. Non voltandosi altrove, impegnandosi concretamente per una società migliore e più giusta. A partire dai ragazzi di strada e dal loro principale bisogno che è quello di essere accompagnati in un originale e singolare percorso educativo che li renda sempre più essere umani liberi e maturi.

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