E’ partita il 12 luglio a Duino, Trieste, la tournée di concerti della “European Spirit of Youth orchestra” (ESYO), un’orchestra giovanile composta da 60 musicisti giovani, ragazzi dai 13 ai 22 anni, provenienti quest’anno da 11 Paesi Europei, diretti dal Maestro Igor Coretti Kuret ideatore di questo progetto nato nel 1994. Da due anni alla musica di questa giovane orchestra si è unita la voce narrante di Paolo Rumiz. Attraverso le note di Schubert, Strauss, Beethoven, Grieg, Bartok, Dvorak, Bizet, Wagner e le parole di Rumiz questa compagine multietnica racconta la bellezza della nostra “Patria comune” della quale Rumiz si dice essere partigiano e fermo difensore. Testimone del presente, “uomo di frontiera” come lui stesso di definisce Rumiz sottolinea come “In un momento in cui l’Europa suona in modo estremamente stonato, non potrei disertare a questa occasione di affermare con un esempio così concreto la possibilità e felicità dello stare assieme.” Per il secondo anno Rumiz partecipa a questo progetto, quest’anno raccontando la terra, i fiumi, i boschi, le culture d’Europa, lo scorso anno con racconti della Prima Guerra Mondiale, essendo un anno di celebrazioni in cui ha constatato che ogni nazione ha celebrato per conto suo e si è persa così una grande occasione per affermare l’importanza l’Unione Europea, nata proprio dalle ceneri delle due guerre mondiali. Unione che ha garantito decenni di pace, fino ad oggi.
La ESYO testimonia quanto sia prezioso mettere assieme le diversità e assieme cercare la migliore armonia. In un’orchestra son necessari strumenti differenti per la realizzazione delle varie sinfonie. Dal 1994 grazie al lungimirante e indefesso impegno del Maestro Igor Coretti Kuret ogni anno l’orchestra viene ricostituita. Sono più di 2500 i musicisti che sono stati selezionati, 4000 gli insegnanti di musica coinvolti nelle selezioni assieme a circa 50 musicisti professionisti che hanno preparato questi “giovani colleghi” provenienti da Albania, Austria, Belarus, Bosnia and Herzegovina, Bulgaria, Croatia, Czech Rep., Estonia, Hungary, Italy, Macedonia, Moldova, Montenegro, Poland, Romania, Russia, Serbia, Slovakia, Slovenia, Sweden and Ukraine.
In pochi giorni questi giovani, una volta selezionati incominciano le prove e mossi da un dirompente entusiasmo danno il meglio suonando come le migliori orchestre d’Europa. Un intenso mese di concerti che permette loro di fare un’esperienza unica e indimenticabile come raccontano loro stessi: vivere assieme viaggiando per l’Italia (finora solo del nord ma si auspica in futuro per tutta Italia), con i loro strumenti e il desiderio di suonare assieme.
I prossimi appuntamenti saranno il 18 luglio a Capodistria, il 19 a Preganziol, Teatro Arena e il 21 al Teatro Concordia di a Pordenone.
Una tappa imprevista è stata improvvisata anche al Passo di Campogrosso (VI) lo scorso 15 luglio. Un luogo di frontiera che Rumiz aveva conosciuto lo scorso anno occupandosi della Prima Guerra Mondiale, dove ci sono ancora le trincee di quello che sarebbe stato il secondo fronte se gli austriaci avessero sfondato il primo. Anche questa tappa è stata testimonianza dello spirito vitale di questa esperienza della ESYO.
Essendo “di passaggio” Rumiz, ha contattato attorno al 9 luglio il gestore del rifugio di Campogrosso, Davide Ferro con il quale aveva stretto amicizia lo scorso anno. L’entusiasmo contagioso dello spirito dell’orchestra giovanile europea ha fatto mettere assieme tutte le forze per accogliere al meglio e ospitare i giovani musicisti e per creare un’occasione in cui far risuonare dai monti, dal cuore delle Piccole Dolomiti questo Grande messaggio di fratellanza europea.
‘A Campogrosso, Avvolti nelle coperte del rifugio i giovani musicisti prima della fine del programma, si sono dovuti arrendere ad freddo insolito per la stagione estiva anche a 1400m di altezza e hanno dovuto interrompere il concerto. Ma Hanno riposto i loro strumenti al caldo non prima di eseguire l’inno europeo, l’inno alla gioia di Beethoven. Rumiz ha chiesto a tutto il gremito pubblico di alzarsi in piedi, la luna alta nel cielo terso, il vento a spargere le note in ogni dove , perché la musica riesce ad andare oltre i confini delle logiche economiche e burocratiche , sa riaccendere la visione di un sogno comunitario che va oltre interessi e logiche particolaristiche o solo finanziarie, sa evocare un sogno che può dar vita a un progetto in cui proprio come in un orchestra viene valorizzata la differenza di ognuno il valore di ognuno aumenta nel momento in cui si suona assieme, accordandosi e restando in ascolto l’uno dell’altro.