Il ritorno di Renato. Attesissimo. Lo si era capito a Sanremo quando la sua ospitata monopolizzò il pubblico dell’Ariston e quello davanti al televisore, risultando una della delle più seguite in assoluto del festival. Un monologo ricco di umanità e semplicità che aveva scosso gli animi di tutti, catturati dalla sua spontaneità e dal suo carisma. E poi l’esibizione, intensa, sofferta, da brividi, con il brano “Gli anni miei raccontano”, anticipazione del nuovo progetto su cui stava lavorando. Applausi a scena aperta e standing ovation finale.
Quel progetto ha preso forma e contenuti ed è finalmente arrivato, si chiama “Alt” ed è il nuovo album in uscita nei negozi tradizionali, in digital download e su tutte le piattaforme streaming.
A tre anni dal doppio disco “Amo” incentrato su tematiche più intime e riflessive, Zero torna a farsi sentire indirizzando il suo spirito di denuncia verso i grandi temi sociali e le battaglie civili come è nel suo stile e nella sua filosofia di vita da sempre.
Renato Zero al Festival di Sanremo 2016[/size=1]
Unico, anticonformista, innovatore, precursore, provocatore, in prima linea da cinque decenni contro tutte le ipocrisie, l’artista romano si conferma in questo nuovo lavoro attento ad ogni tipo di minoranza e alla nostra interiorità, ma non solo. Renato spara ad alzo Zero contro le storture della società. Il suo perentorio “Alt” è un invito rivolto ai corrotti di fermarsi e agli omologati di scuotersi dal torpore, anche quella da dipendenza da internet e riprendersi la vita reale. E’ un “Alt” ai politici, animati “da sete di potere quando è comodo il sedere” e ai loro parenti, tema di strettissima attualità e ai sindacalisti che “vanno a finire a Montecitorio”.
In 14 brani inediti, trovano spazio i temi della violenza, dei giovani, del lavoro, del destino dell’arte, dell’amore in tutte le sue declinazioni, dell’ecologia, delle politiche d’accoglienza e dei nuclei affettivi e della fede, discorso verso il quale il cantautore è particolarmente sensibile e che nell’orazione laica “Gesù” trova parole che colpiscono e affondano nell’intimo: “Gesù, non ti somigliamo più”.
Tanti argomenti trattati con la sua proverbiale passione civile e il buon senso raggiunto dopo una vita controcorrente, che illuminano queste nuove sorprendenti canzoni capaci di graffiare senza soluzione di continuità, argomenti interesse generale che ancora una volta fotografano il giornale di oggi e anticipano quello di domani guardando avanti e alle nuove generazioni con coraggio e irriducibile speranza.
“Questo disco si rivolge a chi non vuole restare in panchina rassegnato”, spiega Renato Zero, che vede nel suo nuovo lavoro una sorta di “intervento obbligatorio” perché questo “non è un mondo dove si può stare a braccia conserte aspettando la manna”.
Renato Zero al Festival di Sanremo 2016[/size=1]
Secondo l’artista da qualcuno indicato come il David Bowie nostrano, bisogna avere il coraggio di alzare la testa, e così se la parola d’ordine è reagire, il primo passo per farsi rispettare – suggerisce il singolo ‘Chiedi’ che ha anticipato l’uscita dell’album passando in rotazione radiofonica,- è tenere spenta la tv, perché questa televisione è popolata da alieni, personaggi che si truccano da tuttologi pronti a mettere bocca su qualsiasi cosa distraendo la gente dalla quotidianità.
L’Italia ha svenduto tutto secondo Renato e la politica non tiene conto della battaglia giornaliera per la spesa nè fa nulla per produrre esempi che ci confortino, come denuncia nel brano “Nemici miei” rivolto ai politici di ogni colore e appartenenza.
Tutti i brani del disco, prodotto da Renato Zero e Danilo Madonia, sono stati scritti dall’ex ragazzo del Piper insieme ad autori e compositori come Vincenzo Incenzo, Danilo Madonia, Maurizio Fabrizio, Phil Palmer, Valentina Parisse, Luca Chiaravalli, Mario Fanizzi e Valentina Siga. La cover dell’album e le foto contenute nel booklet sono state realizzate dal fotografo Roberto Rocco.
28 album in studio, 3 raccolte, più di cinquecento canzoni scritte e interpretate, 45 milioni di dischi venduti, una carriera che lo ha visto sempre fra i protagonisti della nostra musica, ma Renato Zero ancora oggi ai trofei e gli allori preferisce la piazza, il contatto con il suo pubblico, nella vita di tutti i giorni come nella professione. Per questo tornerà ad esibirsi all’Arena di Verona i prossimi 1 e 2 giugno, in due concerti che si annunciano già da adesso da non perdere e da tutto esaurito.