di Piero Montanari
E’ morto ieri a New York, dove risiedeva da qualche tempo, il musicista e sassofonista argentino Leandro “Gato” Barbieri, uno delle voci di sax più intense della storia di questo strumento.
Nato a Rosario in Argentina, nel 1932 da un’umile famiglia, inizia da giovanissimo gli studi di clarinetto, sassofono e composizione a Buenos Aires per poi, poco più che ventenne e già grande talento, entrare nell’orchestra di Lalo Schifrin, un altro eccellente musicista argentino di Baires che si è fatto valere nelle musiche da film negli Stati Uniti.
L’amore per il girovagare e fare esperienze, porta Gato nel 1962 a Roma, e qui entra subito a far parte del grande giro dei musicisti della casa discografica “madre”, la Rca, nella quale viene subito notato da un giovane Ennio Morricone, intento a regalarci i suoi primi bellissimi arrangiamenti per le canzoni, che lo ingaggia subito a suonare per lui. Infatti, ecco che Gato registra l’assolo storico di sax tenore per Sapore di sale di Gino Paoli, che rimarrà di fatto una delle sue prime bellissime incisioni italiane.
Continuando la sua straordinaria carriera nel nostro paese, Gato Barbieri collabora con grandi compositori per il cinema come Piero Umiliani, o jazzisti di fama come Giorgio Gaslini, o musicisti della sua terra come Angel “Pocho” Gatti.
Ma l’incontro fatale della sua vita sarà nel 1972 con il regista Bernardo Bertolucci, che gli affida la colonna sonora di Ultimo tango a Parigi, il discusso bellissimo film con Brando e Maria Shneider che gli farà vincere un Grammy Award e lo consacrerà nell’olimpo dei grandi musicisti nel mondo, grazie a quel suono di sassofono “graffiato” e la scrittura di quel bel tema, leitmotiv del film, che resta nell’immaginario di tutti.
Ma anche Antonello Venditti lo chiama a suonare in un suo album del 1979, Buona domenica, nel quale si può ascoltare il suono graffiato e pieno di di pathos di Gato nel brano più bello, Modena. Gato tornerà poi a collaborare col cantautore romano nel 2003, in Che fantastica storia è la vita.
Così come fecero Pino Daniele, Carlos Santana e tanti altri, che si avvalsero della collaborazione di questo grande jazzista, che non ha mai disdegnato collaborazioni nella musica pop o in altri generi, regalando il suo talento e il suo suono di sax esasperato, meraviglioso ed inquietante, alla gloria di molti artisti
Viveva a New York e si è spento a 83 anni per una polmonite. Diceva di sé: “La mia musica non è jazz. In realtà suono jazz ma in un modo diverso”. E per questa diversità e il tuo immenso talento, caro Gato, te ne saremo per sempre grati