Sanremo 2016, le Pagelliadi della seconda serata

Promossi: Ezio Bosso e Nino Frassica. Sempre più insufficiente Gabriel Garko. Nicole Kidman rimandata. Patty Pravo: la migliore tra i big. [Franesco Troncarelli]

Sanremo 2016, le Pagelliadi della seconda serata
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11 Febbraio 2016 - 11.05


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di Francesco Troncarelli Le pagelliadi (rigorosamente in ordine di apparizione) della seconda serata della 66esima edizione del Festival di Sanremo.

7+ a Le Salut Salon

Al quartetto di musica da camera il compito di aprire la serata. Le quattro ragazze di Amburgo cliccatissime su youtube, spopolano anche all’Ariston con la loro esibizione mix di virtuosismo e contorsioni. Brave, simpatiche e belle a vedere oltre che a sentire danno subito la cifra di come sarà la seconda “puntata” del festival. Complessivamente buona.

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7 e mezzo a Carlo Conti

In crescendo. Sempre più padrone della scena, sempre più abbronzato (anche se piove), sempre più Pippo-Baudo-faccio-tutto.io. Tre ore e mezzo di diretta gli fanno un baffo. Potrebbe sciropparsene altrettante senza fare una piega. E soprattutto senza perdere un colpo. Come quando a Ramazzotti che lo corregge dicendo che la moglie si chiama Màrica, lui risponde presentandogli la sua chiamandola Fràncesca.

6+ a Dolcenera

Prima Big in gara. Qualcuno si chiede perché. Perché nonostante la giuria la bocci, ci sa fare. Il suo simil-gospel sale insieme alla sua voce che ninazilleggia un po’. Sarà ripescata? Lo scopriremo solo vivendo, come disse il poeta (Mogol).

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8+ a Virginia Raffaele

Dopo la bora Sabrina, l’eterea Carla Fracci. E qui si è superata, riproponendo la celebre etoile incartapecorita per i suoi quasi 80 anni, ma sempre sulle punte e che aspetta l’esibizione di Tony Dallara. Strepitosa la ragazza nata, vissuta e pasciuta al Luneur, dietro il banco del tiro a segno dei genitori. Pirandellianamente uno, nessuno, centomila. Ribadiamo quando scritto ieri: Sanremo l’ha vinto lei.

5- a Clementino

Il look da rapper c’è, la canzone meno, molto meno. Eppure è una vita che sta sul pezzo e je l’ammolla pure. Il seguito che ha da sempre comunque lo sostiene e lo fa passare. Della serie, a da passà a nuttata (Cit. Eduardo DE Filippo).

4 e mezzo a Gabriel Garko

I cipressi che a Bolgheri alti e schietti andarono incontro a Carducci quando era davanti a San Guido, erano sicuramente più espressivi. Ed erano alberi. Lui, monolitico e imballato nei movimenti va avanti col gobbo, altrimenti rischierebbe anche di sbagliare i nomi dei cantanti. Quando ride poi, sembra lo Squalo, il rivale di 007 Roger Moore in “La spia che mi amava” che aveva i denti d’acciaio. E’ stato presentato alla Kidman come l’attore bello italiano. Mastroianni si è rivoltato nella tomba.

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9+ a Patty Pravo

Classe, fascino, carisma. E la canzone, bellissima. Il ritornello è già diventato un tormentone “ma tu chi sei, che cosa vuoi e come mai mi pensi”. E’ stata l’unica artista in gara che ha ricevuto la standing ovation della platea dell’Ariston. E del resto solo lei, la divina della musica, la Wandissima del pop poteva riceverla. Patty, sempre Patty, fortissimamente Patty. Immensa, come i cieli firmati da Zampaglione che canta.

6 a Madalina Ghenea

In crescita. Anche se sta sempre a chiacchierà ricordando la sua infanzia, i suoi esordi e i suoi eccetera eccetera, alla fine è diventata una di casa. La metti lì, vicino al buffet del tinello e fa la sua figura. Madalina non più zero in condotta insomma ma ragazza della porta accanto.

8 a Eros Ramazzotti

Trent’anni dopo la “Terra promessa” che lo lanciò definitivamente, il ragazzo nato ai bordi di periferia, oltre il Tuscolano, torna da pop star internazionale. Ma è sempre lo stesso, con la pronuncia nasale, il milanese romanizzato, la proverbiale timidezza e il look particolare anche quando la butta sull’elegante (cravattone da agenzia 2 novembre e pantaloni due taglie in più inguardabili). Ed è sempre sé stesso soprattutto quando canta i suoi successi con la grinta dell’artista di razza che lo distingue. Bravo!

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8+ al maestro Vessicchio

La sua sparizione dai direttori dell’orchestra aveva mobilitato il web: aridatece Vessicchio lo slogan con tanto di hastag sui social per il popolare maestro presente sin dalle guerre puniche sul palco sanremese. Bruno Vespa stava già preparando una puntata speciale di “Porta a porta” con tanto di plastico della sua ultima direzione (Raf, Sanremo 2015), mentre la redazione di “Chi l’ha visto” era entrata in fibrillazione. Poi, a sorpresa rieccolo con la bacchetta in mano a dirigere per ben quattro brani. Ed è stato un trionfo, da applausi a scena aperta. Grande.

7 a Valerio Scanu

Elegante e raffinato col nuovo look (capello tagliato di fresco e barba curata), il reduce dell’Isola dei famosi tornato in auge con “Tale e quale”, ha sfoderato una prestazione all’altezza del festival. Grazie al brano convincente scritto da Fabrizio Moro. “Finalmente piove”. Il successo?

6 e mezzo a Francesca Michielin

In quel suo “è stata una figata” con cui ha salutato il pubblico dopo aver cantato, c’è tutta la freschezza di questa ragazzina vincitrice di X Factor che si presenta vestita come Suor Cristina. E che ha una gran voce come lei.

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10 a Ezio Bosso

Ha dato una lezione di vita, una lezione di musica, una lezione di dignità. La sua malattia neurovegetativa con cui da anni convive ha fatto riflettere ed emozionare il pubblico. Le sue parole hanno conquistato tutti: “La musica è come la vita si può fare solo in un modo: insieme”. Vederlo suonare il piano, anzi, accarezzalo con grazia e talento poi è stato uno spettacolo. Il momento migliore dello show legato al festival per intensità e sentimento.

5 e mezzo ad Alessio Bernabei

La storia ci dirà se ci ha visto lungo, come da tradizione della omonima casata (Bernabei, ottici dal 1950 al Corso), a lasciare il gruppo. Per ora il televoto l’ha stoppato e la sua scelta di mettersi in proprio non ha funzionato: Insomma si è ritrovato come Peppe er pantera dei “Soliti ignoti”: “m’hanno rimasto solo”.

8 a Elio e le Sorie tese

Il loro “Vincere l’odio” contraltare di “Perdere l’amore” è un esercizio di fantasia folle e stupenda, nel loro stile, con gli otto“andarelli” come li chiamano loro e no ritornelli perché non tornano, ispirati ad altrettanti brani celebri. Una cosa pazzesca ma da applausi. Tesissimi più che mai.

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7 a Ellie Goulding

Una ottima vocalist, col suo gruppo e le coriste. Sembra facile, ma è la ricetta base per sfondare se ci sono gli ingredienti e il materiale giusto. Provateci. Lei c’è riuscita e la suo canzone da “50 sfumature di grigio” è stata un successo.

6 e mezzo a Neffa

E’ nato incendiario ed è finito pompiere. Il vecchio rap ha ceduto al pop ma il cambio è stato alla pari. La sua ballata alla Celentano che mischia i Cairaibi al clavicembolo intriga. Si spera ora nel ripescaggio.

5 a Nicole Kidman

Algida ma senza i sapori del cornetto, immobile nel sorriso stereotipato da reclame della Mentadent, ha fatto temere quelli delle prime file dell’Ariston quando si è baciata con Garko, si temeva infatti lo scoppio dei rispettivi airbag delle guance. Star lo è indubbiamente, ma il fatto che faccia il giro delle sette chiese per il cachet (è stata anche alla inaugurazione di Agon Channel!), per profferire banalità, alla lunga stufa. Meglio se avesse cantato con Conti “Something Stupid”. Qualcosa di stupido, come la sua ospitata.

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7 e mezzo ad Annalisa

La voce, tanta, la grinta, pure, la passione idem. Tra i papabili al podio, nonostante l’abbiano agghindata alla Jessica Rabbit.

[b]5+ agli Zero Assoluto
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Il brano sicuramente andrà nelle radio e andrà anche bene. Dal palco però, l’effetto che fanno col ritornello insistito complice l’ora tarda è ipnotico. Buonanotte ai suonatori.

[b]9 a Nino Frassica
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Surreale nella sua comicità irresistibile e a tratti pungente (a Garko nell’intervista a due stile Iene l’ha fatto umoristicamente nero), si è rivelato anche un interprete incisivo cantando “Al mare si gioca”, brano di Tony Canto che racconta come una fiaba tra delfini e palette nella sabbia, la tragedia dei bambini affogati e dispersi nel Mediterraneo. Quando anche il clown diventa triste.

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