The sound of silence: 50 anni di un capolavoro

La storia del brano di Simon and Garfunkel, il boom con il film Il laureato. I richiami all’assassinio di Dallas e la poesia di un testo che racconta le derive umane.

The sound of silence: 50 anni di un capolavoro
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18 Gennaio 2016 - 09.44


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di Francesco Troncarelli

Era passata inosservata quando era stata incisa, poi fu rimaneggiata e così cominciò a circolare riuscendo ad arrivare addirittura in testa alla classifica americana trascinando anche l’omonimo album. Era il primo passo verso la leggenda di un brano che ha fatto epoca e ha superato la generazione di riferimento diventando un canzone senza tempo.

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Stiamo parlando di “The Sound of Silence” di Simon and Garfunkel, che giusto 50 anni fa era in testa alla USA Chart iniziando un lungo percorso fatto di successi ed emozioni a non finire che è giunto sino ai giorni nostri a testimonianza della sua attualità. “The sound of silence” infatti affascina tuttora per la sua atmosfera raccolta, per l’impasto delle voci e il testo che fa riflettere.

Il pezzo è stato un successo planetario che ha dato la fama al duo americano e che viene considerato giustamente uno dei dischi più belli di sempre. Eppure per diventare tale, ha dovuto faticare. La sua storia infatti è curiosa e particolare.

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Quando è stata pubblicata la prima volta, nel marzo del 1964, si intitolava “The Sounds of Silence” ed era un brano acustico che faceva parte del primo album di Simon & Garfunkel, “Wednesday Morning 3 A.M.”. Lo aveva scritto Paul Simon che suonava la chitarra e lo cantava Art Garfunkel, giovani amici provenienti da Forrest Hill, quartiere di New York, che si ispiravano alle armonie vocali e alla leggerezza pop dei famosi Everly Brothers.

Il duo si sciolse subito dopo la pubblicazione di quel lavoro, Simon inserì il pezzo nel suo primo 33 giri da solista e se ne andò a Londra. Certamente non immaginava che quella canzone sarebbe entrata nella Storia della musica grazie a una sorta di “scippo”.

La mossa vincente si ebbe ad opera di Tom Wilson, manager della Columbia e loro produttore che dopo aver registrato “Like A Rolling Stones” di Bob Dylan nel settembre ‘65, convocò alcuni musicisti di quella storica session e, a insaputa di Simon & Garfunkel, sovraincise al nastro originale, le parti degli strumenti elettrici (chitarra e basso) e della batteria, dando così al pezzo una veste più accattivante, secondo lo stile dei Byrds.

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Il brano così rielaborato acquistò una nuova sonorità e una nuova vita e venne pubblicato come 45 giri, le radio iniziarono a trasmetterlo favorendone la diffusione, tanto che in un paio di mesi arrivò al primo posto delle classifiche, favorendo esattamente 50 anni fa, il 17 gennaio del 66, l’uscita dell’album omonimo con una serie di pezzi molto interessanti come ad esempio “Kathy’s song, I am a rock”.

Il successo inaspettato del disco favorì la reunion fra i due e l’inizio di una soddisfacente carriera che con la colonna sonora del film “Il laureato” (“The Graduate”), ebbe una impennata notevole a livello internazionale.

Fu infatti il film di Mike Nichols (Premio Oscar per la regia) con Dustin Hoffman alle prese con la signora Robinson, Anne Bancroft, e sua figlia, la tenera Katharine Ross, dove la canzone viene passata per ben tre volte, all’inizio, nella scena della piscina (versione integrale) e nella clamorosa scena finale, a portare nel mito la canzone e il duo.

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“Hello Darkness My Old Friend … ” (Ciao oscurità, vecchia amica…) è diventato da allora uno degli incipit più celebri della storia del rock. Come la canzone, in cui molti videro un legame con l’assassinio di John F. Kennedy a Dallas e col disorientamento che sconvolse una nazione. In realtà gli autori hanno spiegato che è un brano che «praticamente si è scritto da solo» e parla dell’incapacità di comunicare degli uomini e delle crisi adolescenziali. Non una cronaca quindi, ma un’analisi poetica delle derive umane.

“The Sound of Silence”, il suono del silenzio, ossimoro quanto mai calzante, è stato usato poi in altre colonne sonore di film e fiction per sottolineare momenti salienti delle vite di personaggi e storie, ha avuto poi una celebrazione importante e significativa, nel decennale dell’11 settembre, quando Simon, da solo con la chitarra, ha cantato il brano davanti a un pubblico emozionato e raccolto, al Ground Zero Memorial. Ora, 50 anni dopo la sua uscita, potrebbe favorire l’ennesima reunion fra i due artisti mai così vicini al ritrovarsi per suonare insieme.

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