Addio Robert Stigwood, manager del pop

Ha fatto ballare generazioni con La febbre del sabato sera. Suoi anche Saranno famosi e Jesus Christ superstar. Era il produttore dei Bee Gees

Addio Robert Stigwood, manager del pop
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6 Gennaio 2016 - 10.22


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di Francesco Troncarelli

Un talent scout, un grande manager, un produttore lungimirante. Praticamente un genio del settore che ha fatto ballare e divertire almeno due generazioni con le sue intuizioni rivelatesi sempre vincenti e il suo lavoro dietro le quinte. Si chiamava Robert Stigwood, aveva 81 anni, è scomparso dopo una vita al servizio della musica. Anche se il suo nome non dirà molto al grande pubblico, è stata una delle figure più importanti del mondo dello spettacolo internazionale.

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Era di Adelaide, ma a vent’anni si era trasferito dall’Australia in Inghilterra, nella “Swinging London”, capitale internazionale della creatività nei “favolosi Sessanta” e grazie al suo talento e fiuto si inserì subito tra i protagonisti del rinnovamento musicale di quegli anni, diventando manager prima dei Cream guidati da Eric Clapton (“Sunshine of your love”) e poi dei Bee Gees, con cui instaurò una solida amicizia dovuta anche ai trascorsi australiani adolescenziali dei fratelli Gibb.

Con loro produsse alcuni brani diventati delle hit internazionali: “ World”, “Words”, “I’ve Gotta Get a Message to You”, I Stared a Joke”, How can you mend a Broken Heart” e “Run to me”. Tutti pezzi che aumentarono notevolmente la popolarità del gruppo ponendoli come ideali successori dei Beatles.

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All’inizio degli anni Settanta decise di dedicarsi anche al cinema, e quella fu la mossa che accrebbe da un lato gli apprezzamenti degli addetti ai lavori nei suoi confronti e dall’altro la fama ai massimi livelli, dei suoi pupilli. Stigwood infatti portò sul grande schermo l’opera rock degli Who, “Tommy”, un capolavoro assoluto per chi ama la musica e soprattutto “La febbre del sabato sera”, la pellicola che ha lanciato nel mondo la disco music e un giovane John Travolta. Praticamente un’operazione culturale che influenzò in maniera enorme la storia del costume.

Naturalmente fu lui a convincere, ma è ovvio che si trattò di un pro forma, i Bee Gees a scrivere le canzoni guida della colonna sonora de “La febbre del sabato sera” (“Saturday night fever” per la regia di John Badham) che solo negli Stati Uniti vendette oltre dieci milioni di copie e nel resto del mondo altre trenta, risultando così la colonna sonora più venduta di sempre in assoluto.

Non a caso “Stayin Alive”, “Night Fever”, “You Should Be Dancing” e “How Deep Is Your Love” scritte dai fratelli Gibb, sono delle pietre miliari della pop music mondiale che mantengono tuttora la freschezza ed il coinvolgimento del primo ascolto.

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Capellone nell’era del beat, nottambulo ai tempi del travoltismo, nel corso della sua lunga carriera Robert Stingwood ha prodotto inoltre il film “Grease” interpretato sempre da John Travolta al pari di “Staying Alive” sequel de “La febbre”, “Gli anni spezzati”, “Saranno famosi” e “L’impero colpisce ancora” della fortunata saga di “Guerre stellari” e musical trasformati poi in film di enorme successo come “Hair”, “Oh, Calcutta!”, passando per ambedue le versioni di “Jesus Christ Superstar” e di “Evita”.

Titoli che come si può notare, la dicono lunga sull’importanza del suo lavoro e delle sue capacità professionali da manager di razza. La produzione di artisti è sempre stata comunque il suo punto fermo, come dimostrano le collaborazioni con numeri uno del calibro di David Bowie, Rod Stewart e Mick Jagger in versione solista.

Ad annunciare la scomparsa di questo vero e proprio gigante dello spettacolo è stato Spencer Gibb, figlio di Robin dei Bee Gees, su Facebook: “Voglio condividere la triste notizia che il mio padrino, e a lungo manager della mia famiglia, Robert Stigwood, è morto”.

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Tra gli omaggi a Stigwood, significativo quello del compositore e premio Oscar Andrew Lloyd Webber (“Cats”, “Il fantasma dell’opera”, “Jesus Chrsit Superstar”), che su Twitter ha scritto: “Addio caro Robert, grande uomo di spettacolo che mi ha insegnato tanto”.

Per la cronaca, Stigwood, negli ultimi anni viveva nell’isola di Wight, all’estremo sud del Regno Unito, nel canale della Manica, isola celebre ai più per essere stata per anni sede di un mitico festival di musica rock e meta di tanti hippy e sognatori di ogni ordine e grado. Un tocco di poesia e leggerezza ad un esistenza fatta di grande managerialità.

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