di Francesco Troncarelli
[url”@effetronky”]www.twitter.com/effetronky[/url]
La battuta è inevitabile, ma ci sta tutta: il Volo ha preso il volo. Dopo il trionfo a Sanremo il trio dei giovani tenori ha conquistato il vertice della classifica dei singoli più scaricati seguito da quello di Nek come a Sanremo e il video ha registrato numeri clamorosi su Vevo-Youtube: oltre cinque milioni e mezzo di visualizzazioni.
Quando alla conferenza stampa all’indomani della vittoria del festival, il bello del gruppo Gianluca Ginobile, ferito dalle critiche ricevute dal Volo da parte dei media (“Medioevo della musica” una delle più sarcastiche), aveva dichiarato quasi in termini di sfida “il popolo è con noi”, aveva ragione. I numeri parlano chiaro.
“Grande Amore” il brano scritto da Boccia ed Esposito che ha vinto l’edizione dei record del Sanremo targato Conti infatti, oltre ad essere il numero uno dei singoli e il pezzo più ascoltato su Spotify, è entrato subito al #1 anche nella classifica degli album più venduti su iTunes.
Si tratta di “Sanremo Grande Amore”, l’Ep realizzato su etichetta Columbia/Sony Music, che raccoglie pezzi storici di Sanremo, come “Ancora”,il brano di Eduardo De Crescenzo eseguito dal trio durante la serata dedicata alle cover, “Vacanze romane” dei Matia Bazar , “Canzone per te” di Endrigo, “Piove (Ciao Ciao bambina)” di Modugno, “Romantica” di Rascel e “L’immensità” di Don Backy, canzoni che il gruppo ha reinterpretato in chiave contemporanea con il suo particolare stile pop-lirico, per il lancio del suo progetto non solo nel mercato italiano, ma anche in quello europeo in vista della prossima partecipazione all’Eurosong 2015 che si terrà a Vienna.
La vittoria sanremese e l’interesse che ha suscitato il gruppo nel pubblico che li ricordava come “i tre tenorini” della Clerici, ignorando il grande successo dei giovani artisti negli Stati Uniti, ha però fatto volare inevitabilmente qualche “straccio”. Garbato da parte di Tony Renis, artefice del loro sbarco trionfale americano “sono io che gli ho procurato un contratto milionario con una major” , più amaro da parte di Roberto Cenci, il regista televisivo che prima li selezionò ai provini di “Ti lascio una canzone” e poi ebbe l’idea, felicissima a giudicare da come sono andate le cose, di metterli insieme a cantare.
Entrambi, citando fatti e circostanze determinanti per la carriera dei “quattordicenni del 2009”, in sostanza si sono lamentati per il mancato ringraziamento pubblico (subito dopo la vittoria e oltre) e riconoscimento a quanto, a livelli diversi, hanno fatto per i tre fenomeni che ormai sono da tempo prodotti in solitaria da Michele Torpedine (ex manager di Zucchero, Giorgia, Bocelli). Note stonate in una cantata trionfale insomma.
Silenzio assoluto invece, da parte di Mogol, il poeta della canzone italiana. A lui infatti e fino a prova contraria, spetta il copyright de “il Volo”, nome che lo stesso autore dei più grandi successi della nostra musica dette al supergruppo creato appositamente per supportare Lucio Battisti nella realizzazione degli album “Anima Latina” e “Lucio Battisti, la batteria, il contrabbasso, eccetera” del 1975.
Il Volo originario era composto dai migliori musicisti degli anni Settanta, provenienti da formazioni di rilievo, personaggi come Alberto Radius e Gabriele Lorenzi della Formula 3, Mario Lavezzi dei Camaleonti e Flora, Fauna e Cemento, Bob Callero bassista di Franco Battiato e dei Duello Madre, Vince Tempera arrangiatore dei Giganti e Guccini, Gianni Dall’Aglio dei mitici Ribelli di Celentano.
Il gruppo produsse due dischi con musiche proprie e testi di Mogol, nel 1974 e nel 1975, e quest’ultimo, con il titolo di “Essere o non essere? Essere! Essere! Essere!” è considerato uno dei capolavori del progressive italiano. Non certo “medioevo della musica”, ma avanguardia vera. E scusate se è poco.