Ieri, quarta serata del Festival, è stato decretato vincitutto Giovanni Caccamo, il 24enne architetto mancato di Modica (Rg) che, con il suo brano “Ritornerò da te”, vince il Festival di Sanremo nella sezione Nuove Proposte, il premio della critica “Mia Martini” sezione Giovani e quello della sala stampa.
Figlio artistico di Battiato, suo mentore e maestro (la Sicilia della spiaggia di Donnalucata il loro trait d’union), e di Caterina Caselli, discografica e produttrice che la sa (e la vede) lunga, fiero del suo cognome un po’ cacofonico e un po’ imbarazzante, che lui, però non ha voluto cambiare “Per essere sincero sin da subito – dice -, perché faccio il cantautore”.
E poi l’incontro con un altro pezzo della “Sicilia che conta”, Fiorello, che prima lo sopporta poi lo supporta. Insomma, il simpatico Giovanni è pure carino e fa tenero, scrive pezzi dignitosi (anche Malika Ayane ne canta uno suo al Festival) e il suo futuro sembra radioso. Ci aspettiamo da lui prove di scrittura più importanti. Crescerà, gli è stata data un’opportunità straordinaria e speriamo la colga in pieno.
Continuiamo a sostenere un nostro vecchio mantra dopo la quarta serata (ieri media ponderata di 9.8 milioni di telespettatori) e cioè che Sanremo, non ostante quest’anno gli ascolti siano premianti, dovrebbe finire alla terza, perché ripete continuamente se stesso, un po’ stancamente secondo noi, e per fare ciò “allunga il brodo” con ospiti noiosi, come noioso è stato l’intervento comico di Gabriele Cirilli, che davvero non si sa come definire, se non “parrocchiale”, o come il ceruleo tricoplastico Antonio Conte, CT della Nazionale di calcio, che accenna pure qualche nota stonata (a Sanremo tutti devono cantare) e che ci dice languidamente che non si dimetterà. Ma anche ospiti “toccanti” come Sammy Basso, il 19enne affetto da una rarissima malattia, la progenia, che lo fa invecchiare velocemente.
Ci ripetiamo stancamente anche no, da anni ormai. Sanremo, dall’essere dispensatore dell’eccellenza della musica leggera, è diventato un Gran Bazar, dove viene mostrato il meglio e il peggio di noi, con preferenza per il peggio, tra canzoni diventate ormai inutile corollario ad una manifestazione che tutto è meno che musica. Al solito, non importa chi vinca ma l’importante è esserci. Pensiamo sempre che tutto questo in tre serate sarebbe meglio, anche se Rai, visti gli ascolti alti non ci pensa per niente.
Per finire, ricordiamo che nelle altre reti non c’è stata controprogrammazione. E’ andato in onda nulla a contrasto del Festival, segno di resa ormai dichiarata di tutti al Gran Bazar della Rai.