Pino Daniele poteva salvarsi. È questo quello che pensano i pm che si occupano del fascicolo per omicidio colposo contro ignoti. È stata un’occlusione a un by pass aortocoronarico la causa della morte del cantante, stando ai primi esiti della consulenza medica chiesta dalla Procura di Roma. I medici legali cercano di capire se il cantante partenopeo avesse potuto salvarsi con cure più tempestive.
Purtroppo, la risposta data dagli esami è proprio sì, poteva salvarsi se invece di andare al Sant’Eugenio di Roma, dal suo cardiologo di fiducia, avese accettato le prime cure portate dall’ambulanza nella sua casa in Maremma. Insomma, quei 50 minuti gli sono stati fatali
Poco prima di partire in direzione Roma insieme alla sua compagna, Amanda Bonini, erano stati chiamati i soccorsi, ma i paramedici dell’ambulanza non visitarono mai l’artista perché l’auto con a bordo il cantante partì prima del loro arrivo.
Due mail intanto confermerebbero che l’infarto fatale sarebbe stato annunciato da alcuni sintomi sottovalutati. I carabinieri hanno anche acquisito il cellulare e il tablet del bluesman, gli investigatori delegati alle indagini riscotruiranno gli ultimi contatti.