Pino Daniele è morto per insufficienza cardiaca. La ha confermato l’autopsia, che è stata fatta presso l’obitorio comunale di Napoli. I consulenti nominati dalla procura di Roma (Vittorio Fineschi, Giorgio Bolino e Giuseppe Ambrosio) e gli esperti scelti dalla ex moglie del cantante, Fabiola Sciabarrasi (Luisa Regimenti, presidente del sindacato italiano specialisti in medicina legale e Enrico Marinelli) hanno riscontrato esiti di pregressi interventi di rivascolarizzazione miocardica.
Nessun esame tossicologico: affetto da cardiopatia cronica. Pino Daniele, da ciò che è emerso dall’esame autoptico, era affetto da una cardiopatia cronica. Non sono stati effettuati esami tossicologici perchè non richiesti dalla procura ma sono in corso, tuttavia, ulteriori accertamenti microscopici e di laboratorio i cui risultati saranno consegnati ai magistrati della capitale nelle prossime settimane.
La procura ha acquisito la documentazione medica. La procura, che sta indagando per far luce sulle ultime ore di vita del cantante e che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, ha disposto l’acquisizione di tutta la documentazione medica di Pino Daniele, risalente anche agli anni passati. La sera del 4 gennaio 2015, il cantante, colto da malore mentre era nella sua villa in Toscana, ha preferito essere accompagnato all’ospedale Sant’Eugenio di Roma, dove è giunto però privo di vita. Il procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Marcello Monteleone hanno accertato che già altre volte l’artista partenopeo, a malore in corso, aveva preferito sobbarcarsi un viaggio in auto di oltre due ore verso la capitale piuttosto che recarsi in un vicino ospedale, per affidarsi al cardiologo che lo seguiva da tempo.