Il Consiglio d’amministrazione del Teatro dell’Opera di Roma ha dato mandato al sovrintendente Carlo Fuortes di ritirare il licenziamento dei 180 membri di orchestra e coro se oggi, 25 novembre 2014, i lavoratori approveranno l’accordo firmato dai sindacati. La proposta era stata avanzato dallo stesso Fuortes prima del cda.
Il membro di consiglio ha anche approvato il nuovo statuto della Fondazione Opera, in vigore da gennaio. “Finalizziamo l’accordo e poi via con il rilancio del Teatro”, dice il sindaco Ignazio Marino, presidente del Cda.
«La più grande retromarcia che sia mai stata fatta nella gestione di un ente – ha detto Federico Mollicone, responsabile comunicazione FdI-An -. Si sono prima criminalizzati gli artisti del coro e dell’orchestra presi come capro espiatorio di una gestione di sprechi e poi si è azzerato tutto scoprendo che si poteva risparmiare grazie al senso di responsabilità dei lavoratori e salvare anche i posti di lavoro. A questo punto si è capito che per risanare il Costanzi è sufficiente un solo licenziamento: quello del sovrintendente Fuortes che ha fallito su tutta la linea gestionale. Mandato lì da “qualcuno” con la missione di trasformare un eccellente teatro di lirica in un affittacamere in balia dei produttori privati e degli speculatori. Ora, poi, scopriamo da fonti sindacali che continua la stagione degli sprechi: un allestimento della Tosca che costerebbe quasi mezzo milione di euro. Allestimento che potrebbe essere brillantemente sostituito con il restauro, con 40 o 50 mila euro al massimo, delle scene della Tosca di proprietà del Costanzi per poi essere affittate e messe a reddito ad altri teatri. Il recupero degli allestimenti del teatro era stato iniziato, virtuosamente, dal maestro Colabianchi e poi abbandonato dai successivi direttori artistici».
