I lavoratore e le lavoratrice del Teatro Opera di Roma si sono presentati davanti davanti al Costanzi con magliette bianche con una nota musicale e la bandiera nera in segno di lutto. Il sit-in è stato organizzato in contemporanea con l’incontro tra management e sindacati, dove è stato confermato il licenziamento collettivo deciso dal consiglio d’amministrazione il 2 ottobre 2014.
“Ce l’aspettavamo – ha commentato uno degli artisti del coro -. Noi stasera faremo il ‘Rigoletto’, che è il nostro lavoro. Questo è quello che sappiamo fare. Ma stasera prima di iniziare distribuiremo dei volantini, perchè l’opinione pubblica deve capire che non siamo dei privilegiati. L’aspetto umano non è stato assolutamente preso in considerazione. Ma noi siamo musicisti e questo comportamento ci ammazza ogni volta che veniamo trattati in questo modo. Spero che tutto il popolo si unisca alla nostra condizione, perchè questo comportamento uccide un ideale. E allora ai ragazzi che studiano al conservatorio diciamo di andare via dall’Italia”.
Gli ha fatto eco un collega: “Noi da qui non andremo via. Questo sia chiaro. Nelle lettere di licenziamento c’è scritto che per l’atteggiamento di orchestra e coro si è deciso di licenziare. E allora si tratta di una ritorsione. Ma allora non è più possibile scioperare? C’e’ ancora il diritto di sciopero in Italia?”.
Che cosa vogliono fare gli ormai ex lavoratori del Teatro dell’Opera di ROma, lo ha confermato un altro membro del coro: “Porteremo in piazza l’Italia della musica, siamo pronti. Questa battaglia non finisce qui”.