Torino, il Teatro Regio ospite dell’Edinburgh International Festival

Nel prestigioso festival scozzese, Gianandrea Noseda dirigerà l’orchestra e il coro nel Guglielmo Tell di Gioachino Rossini in forma di concerto.

Torino, il Teatro Regio ospite dell’Edinburgh International Festival
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21 Agosto 2014 - 15.20


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Dopo la trionfale tournée a San Pietroburgo, il Teatro Regio è stato invitato, per la prima volta, all’Edinburgh International Festival: il famoso Festival scozzese che presenta, dal 1947, il meglio della produzione musicale e teatrale internazionale. In sole tre settimane il Festival propone più di 140 spettacoli, distribuiti nelle sei location della città; in questa edizione il Regio è l’unico teatro italiano chiamato a esibirsi. Per l’occasione, il 26 agosto Gianandrea Noseda dirigerà l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio nel Guglielmo Tell, di Gioachino Rossini, in forma di concerto. Un appuntamento realizzato con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Londra, nell’ambito di “Suona Italiano”, rassegna di grande musica nel Regno Unito in occasione del semestre di Presidenza Italiana dell’Unione Europea, e dell’Istituto Italiano di Cultura di Edimburgo.

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L’imponente titolo, presentato all’interno della Stagione d’Opera 2013-2014 del Regio, ha riscosso un così ampio successo di pubblico e critica che è diventato l’emblema della qualità dei complessi del Teatro, da far conoscere all’estero. A Edimburgo, il baritono Dalibor Jenis, apprezzatissimo interprete del repertorio rossiniano, darà voce a Guglielmo Tell. Arnoldo Melcthal, il congiurato conteso tra amore e patria, sarà John Osborn, il premiato tenore americano che ha debuttato in questo ruolo nel 2011 sotto la direzione di Antonio Pappano. Il soprano Angela Meade, specializzata nel repertorio operistico italiano di primo Ottocento, darà voce alla principessa Matilde. Completano il cast Mirco Palazzi (Gualtiero Farst), Fabrizio Beggi (Melcthal padre), Luca Tittoto (Gessler), Marina Bucciarelli (Jemmy), Anna Maria Chiuri (Edwige), Mikeldi Atxalandabaso (Ruodi), Luca Casalin (Rodolfo) e Paolo Maria Orecchia (Leutoldo). Il Coro del Teatro Regio, protagonista di alcune tra le più belle pagine di quest’opera, sarà istruito dal maestro Claudio Fenoglio. L’opera, eseguita in forma di concerto, sarà proposta con la traduzione italiana di Calisto Bassi, ripristinata da Paolo Cattelan nel 1988.

Gianandrea Noseda considera il Guglielmo Tell uno dei più grandi capolavori del repertorio operistico di tutti i tempi. Dice Noseda: «credo che Rossini, con molta sensibilità, avesse avvertito il cambiamento in atto intorno a sé. Così decide di uscire di scena ma lo fa con un coup de théâtre da maestro, facendo vedere al mondo, con il Guglielmo Tell, che se solo avesse voluto sarebbe diventato un punto di riferimento anche nel nuovo melodramma dell’Ottocento». Noseda, analizzando il capolavoro di Rossini in una lucida prospettiva storica, lo definisce: «un titolo con cui fare i conti per riassumere l’esperienza del passato, ricavarne il meglio e proiettarsi nel futuro».

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Rossini cominciò a scrivere la sua ultima e rivoluzionaria opera nella primavera del 1828: ormai da qualche anno risiedeva a Parigi e il pubblico attendeva con ansia un’opera nuova, in francese e ideata esplicitamente per la platea parigina. Guglielmo Tell fu completato in cinque mesi (un tempo insolitamente lungo per il musicista) e avrebbe dovuto andare in scena immediatamente, ma una serie di contrattempi costrinse a rimandare il debutto di mese in mese. L’attesa fece crescere in modo smisurato le aspettative del pubblico e i prezzi dei palchi. Quando l’opera andò finalmente in scena, nell’agosto 1829, i più l’accolsero con freddezza; solo una parte dei critici e dei musicisti, come Berlioz e Donizetti, seppero apprezzare la bellezza di una musica squisitamente romantica.

Per le novità e per le pagine memorabili, l’opera è considerata un capolavoro assoluto di Rossini, come il Barbiere di Siviglia, pur godendo di una popolarità decisamente diversa. Molti critici hanno individuato nel libretto il responsabile della scarsa diffusione del lavoro tuttavia, come afferma Fedele D’Amico, «la drammaturgia è lenta per il livello monumentale delle sue componenti, che vogliono essere contemplate a lungo; ma è sapientissima e tale da rialzare l’attenzione dell’ascoltatore continuamente».

L’azione si svolge nel 1300 e si incentra sulla figura di Guglielmo Tell, eroe della rivolta degli svizzeri contro gli invasori austriaci. Guglielmo è un uomo integerrimo i cui pensieri sono sempre rivolti alla patria oppressa; diverso da lui è il giovane amico Arnoldo Melcthal, non completamente deciso ad abbracciare la causa dei patrioti perché innamorato di Matilde, una principessa asburgica. Scopre che il suo amore per Matilde è corrisposto e vorrebbe arruolarsi nell’esercito degli invasori per poterla sposare; Guglielmo lo dissuade comunicandogli la morte del padre per mano degli austriaci. Arnoldo decide allora di uccidere Gessler e di unirsi ai ribelli che stanno arrivando dai diversi cantoni per mettersi sotto il comando di Guglielmo. Gessler dà l’ennesima prova di autoritarismo pretendendo che la comunità gli renda omaggio. Guglielmo e suo figlio Jemmy si rifiutano, perciò il governatore costringe Guglielmo a sottoporsi a una prova: dovrà centrare con una freccia una mela posta sopra la testa del bambino. Guglielmo riesce nell’impresa ma viene subito arrestato poiché si scopre che avrebbe tentato di uccidere Gessler se avesse sbagliato bersaglio. Intanto Matilde, seguendo le istruzioni di Guglielmo, lancia l’ordine della rivolta ai congiurati. Si scatena la tempesta e, mentre gli svizzeri conquistano la città di Altdorf, Guglielmo riesce a liberarsi e a uccidere Gessler. Quando la tempesta si placa, si leva un grandioso coro di ringraziamento.

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Come di consueto, si potrà seguire il backstage, nonché scoprire divertenti curiosità sugli interpreti e il concerto, guardando le Pillole di Passione di Paola Giunti sul sito del Regio www.teatroregio.torino.it e sul nostro canale YouTube.com/TeatroRegioTorino.

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