Opera di Roma, Coratti: l’irresponsabilità non produce soluzioni

Il presidente dell’assemblea capitolina usa toni duri contro lo sciopero ad oltranza, indetto dai sindacati Slc Cgil e Fials Cisal.

Opera di Roma, Coratti: l’irresponsabilità non produce soluzioni
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25 Luglio 2014 - 15.09


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«L’opera di Roma è un patrimonio culturale inestimabile della città e la stagione estiva a Caracalla una rarità nel panorama lirico mondiale. Mettere a rischio la sopravvivenza di un’istituzione culturale così rilevante è un danno d’immagine ed economico inestimabile per la capitale. Le vertenze, le agitazioni e i contrasti sindacali sono accettabili quando si orientano a favorire soluzioni e a produrre proposte finalizzate a sostenere l’operatività dell’istituzione, ovviamente in un quadro economico compatibile. L’irresponsabilità non produce soluzioni ma è l’anticamera del disastro». Con queste parole è intervenuto il presidente dell’assemblea capitolina Mirko Coratti, in merito allo sciopero dei dipendenti del teatro dell’Opera di Roma, che potrebbe mettere a rischio l’intera stagione estiva alle Terme di Caracalla.

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«Mettere a repentaglio l’esistenza del Costanzi – ha proseguito Coratti – oltre a danneggiare gli stessi lavoratori produce ripercussioni economiche rilevanti anche sull’indotto legato al settore turistico. I cittadini romani, costretti giornalmente a confrontarsi con la crisi e a fare economie, restano peraltro interdetti a fronte di una situazione di stallo determinata da gestioni economiche non più sostenibili e che hanno prodotto le attuali difficoltà operative del teatro».

«Rivolgo quindi un pressante invito alle organizzazioni dei lavoratori – ha concluso – alle maestranze e agli artisti affinché si faccia strada maggiore senso di responsabilità per favorire il dialogo e il rilancio del teatro dell’opera di Roma. Il necessario senso della misura non dove mai venir meno a quanti hanno a cuore le sorti del Costanzi e del patrimonio culturale romano e dichiarano di volere il rilancio della prestigiosa istituzione che conta la bellezza di 135 anni».

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Il sindaco Marino dal canto suo ha già tuonato il suo ultimatum: «Accordo oppure ci sarà la liquidazione». Ma i sindacati, che hanno confermato lo sciopero di sabato 26 luglio 2014 per la terza rappresentazione della Bohème, hanno rispedito al mittente tutte le accuse, parlando di «atteggiamento irresponsabile» della fondazione e non dei lavoratori.

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