Il videogame lanciato il 15 dicembre da Nintendo su iPhone e iPad, e che secondo gli analisti di App Annie ha incassato oltre 4 milioni di dollari nel primo giorno di vita, ha infatti raccolto anche alcune critiche per via dell’uso di stereotipi di genere. Online il dito viene puntato verso il personaggio della principessa Peach, il cui ruolo si riduce all’essere salvata proprio come nel primo gioco di Super Mario, nel 1985.
Il sessismo viene ravvisato all’inizio del gioco, quando Peach invita Mario, l’idraulico protagonista, a una festa al castello, per la quale sfornerà una torta. “E’ il 2016, quindi perché Super Mario sta ancora salvando una principessa che sforna torte?”, titola il sito Recode. Le critiche arrivano anche via Twitter. “Quindi Super Mario Run è divertente e tutto quanto… ma perché Peach deve sfornare per la festa? Non poteva fare la DJ o qualcosa del genere?”, ha scritto Kate Sommers-Dawes, vice-caporedattrice di Mashable. “Le politiche di genere retrograde di Super Mario Run sono deludenti, anche se questo tweet mi fa sentire un cliché”, ha commentato Chris Suellentrop, collaboratore del New York Times.
Lanciato giovedì scorso in 151 Paesi, Super Mario Run non è a buon mercato: dopo i primi tre livelli di gioco gratuiti, per andare avanti occorre sborsare 9,99 euro una tantum. Si tratta di un sistema molto diverso dalle tradizionali app di giochi, in cui l’utente fa piccoli acquisti per comprare aiutini e mosse extra. Proprio il modello di business, scrive il Wall Street Journal, sarebbe alla base dell’andamento negativo di Nintendo in Borsa, con il titolo che oggi ha chiuso a Tokyo a -7,1%.