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Jane Fonda, attrice e attivista: in lotta per salvare una donna dalla deportazione

L'attrice ha scritto un articolo sul New York Times in cui racconta la storia di AB, ecuadoregna che veniva stuprata dal marito e che ora rischia la deportazione

Jane Fonda, attrice e attivista: in lotta per salvare una donna dalla deportazione
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18 Maggio 2018 - 21.52


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ane Fonda, 80 anni e una vita dedicata, oltre a Hollywood, anche all’attivismo, è impegnata in questi mesi in una battaglia contro il Procuratore Generale americano Jeff Sessions, accusato dall’attrice di star impedendo a una donna abusata e torturata per anni dal marito in Ecuador di richiedere asilo negli Usa. 

La storia di A.B., queste le iniziali della donna di cui non è noto il nome, è terribile: brutalizzata in patria dal marito e priva di qualsiasi supporto da parte della polizia o dello Stato, è riuscita a scappare negli Stati Uniti dove ha chiesto asilo politico.
Secondo la legge americana, l’asilo può venire concesso qualora la violenza ricevuta in patria diventa vera e propria persecuzione e soprattutto se la vittima non ha aiuto da parte dello Stato. Il Center for Gender and Refugee Studies si era accollato la causa di A.B. ed era riuscito a convincere il Board of Immigration quando Sessions, ‘inspiegabilmente’ commenta la Fonda – che ha raccontato la storia sul New York Times in un articolo a doppia firma, la sua e quella di Karen Musala, direttrice del Cgrs – ha deciso di utilizzare un potere del Procuratore Generale mai usato in casi come questo, ossia quello di assegnare la petizione di A.B. a sè stesso per un ulteriore esame. Prendendo di fatto l’ultima parola sulla sua richiesta di asilo.
“Questa donna è stata stuprata praticamente ogni giorno per 15 anni. Veniva minacciata, presa a calci anche quando era incinta, il marito le metteva un coltello alla gola e un cappio al collo. La polizia sapeva ma non faceva niente. E ora Sessions può deportarla” ha detto l’attrice. 
Fonda e Musala esprimono poi nell’articolo una grande preoccupazione per la discriminazione di genere operata dall’amministrazione Trump, “in un modo impensabile sotto le precedenti amministrazioni. Le madri vengono separate dai figli al momento dell’arrivo negli Usa, vengono arrestate immigrate incinte”. Una denuncia che, vista l’enorme popolarità dell’attrice, speriamo non passi sotto silenzio. 
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