Giuseppe Cassarà
Il pittore Grant Wood dipinse il suo ‘American Gothic’ nel 1930. Il quadro è universalmente riconosciuto come una delle opere più influenti dell’arte americana del ‘900 e ha avuto migliaia di interpretazioni proprio per la sua capacità quasi profetica di raccontare cosa era l’America e l’altro lato del suo sogno.
Fissi e ingrugniti, i due protagonisti del quadro (un padre e una figlia) sono il simbolo dell’America rurale, nascosta e verace, l’America contadina e conservatrice che mentre il mondo avanza rimane impantanata nei suoi valori di tardo ‘800. È un’America in ritardo quella raccontata dal dipinto, che rifiuta con pervicacia tutto ciò che è è nuovo. Lo sguardo che l’uomo con il forcone in mano scaglia allo spettatore è stolido, impassibile e inamovibile. Da qui non si passa, sembra dire.
Novant’anni dopo, davanti a una casa colonica di St. Louis, una coppia bianca e statunitense brandisce le armi contro dei manifestanti per i diritti civili. La somiglianza è impressionante: i posti sono invertiti, in un chiasmo che attraversa quasi un secolo di storia, ma lo sguardo che la donna rivolge al marito è lo stesso della figlia al padre nel quadro di Grant. Da qui non si passa, stanno dicendo anche loro. Perché esattamente come i due contadini di Grant, la coppia bianca e razzista (ritwitatta da Trump) non ha alcuna intenzione di lasciar andare i propri privilegi. Il sogno americano, se mai è esistito, si è trasformato in un incubo. Il Paese del ‘tutto è possibile’ ha realizzato la sua ambizione: tutto è davvero possibile, anche difendere con un fucile d’assalto le proprie idee razziste e antiprogresso, la propria ricchezza, il proprio potere costruito sulle spalle dei più deboli.
La coppia di St. Louis è il marcio dell’America che ha portato Trump al potere e che adesso sta sentendo scricchiolare il proprio mondo di privilegi. In novant’anni è cambiato tutto ma in fondo non è mai davvero cambiato nulla. Da qui non si passa, dice la coppia di St. Louis, dice il muro costruito da Trump, dicono i soldati che presidiano i confini. Dopo novant’anni siamo ancora nelle mani di chi vuole un mondo diviso, nemico, incattivito.