“Oggi la cinquantesima vittima. 50 donne sono state assassinate da questa specie di sub umani.Non si sa più che cosa dire”. Così inizia il tweet doloroso di Fiorella Mannoia, che continua: “E intanto i centri anti violenza chiudono per mancanza di fondi, o sfrattati. Ma quando si capirà che questa è un’emergenza nazionale?”.
Già, quando? Nel Paese del Cambiamento, la violenza sulle donne è solo un altro degli argomenti caduti nel dimenticatoio, insieme alla violenza di genere e gli episodi ormai quotidiani di manifesto razzismo e fascismo.
E non parliamo solo di omicidi: stupri e abusi sono praticamente giornalieri, non da ultimi i due terribili casi di violenza sessuale avvenuti sulle spiagge italiane, mentre il Governo era impegnato a tuonare contro i disperati della Diciotti. E machismo e sessismo sono sempre più sdoganati, un colpo di coda di tutto quel pensiero maschilista ed eteronormativo che non ci sta a cedere il passo al nuovo millennio, alla tolleranza e alla civile convivenza.
E si cercano ancora giustificazioni, si racconta il femminicidio declassandolo a raptus, a semplice omicidio, mentre è sintomo di una cultura tossica che invade ogni ambito del paese.
Oggi la cinquantesima vittima di quest’anno. 50 donne sono state assassinate da questa specie di sub umani.Non si sa più che cosa dire. E intanto i centri anti violenza chiudono per mancanza di fondi, o sfrattati. Ma quando si capirà che questa è un’emergenza nazionale?
— fiorella mannoia (@FiorellaMannoia) September 15, 2018