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Piero Angela: “Mio padre salvò tanti ebrei e non volle mai dirlo”

Oggi al Conservatorio di Torino un concerto per ricordare Carlo Angela, che ha rischiato di essere fucilato dai fascisti

Piero Angela: “Mio padre salvò tanti ebrei e non volle mai dirlo”
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27 Gennaio 2018 - 10.27


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“Carlo Angela, mio padre, era uno psichiatra e durante le persecuzioni razziali nascose nella clinica che dirigeva a San Maurizio Canavese ebrei, uomini e donne anche perseguitati, accogliendoli sotto falso nome. Li istruì su come fingersi falsi malati, facendoli passare per matti, e in questo modo li salvò. Io sono nato a Torino, ma allora con tutta la famiglia eravamo sfollati in quel Comune e ci siamo rimasti per un bel po’ di tempo. Fu un periodo molto difficile, drammatico anzi per certi versi, in cui presi coscienza di tante cose: nel febbraio del 1944 mio padre, sospettato e interrogato, rischiò di essere fucilato e si salvò a stento. Era già arrivata una squadra di fascisti da Torino per catturarlo. Poi, per una serie di circostanze fortuite, come capita a volte nella vita, si salvò. Era ricoverato allora nella sua clinica un personaggio dell’alta nobiltà piemontese che intervenne in suo favore presso il comandante fascista che voleva farlo giustiziare”. 

Racconta così in un’intervista a Repubblica il padre, Piero Angela. Oggi si terrà la commemorazione di Carlo Angela “Giusto tra le Nazioni” con un concerto spettacolo al Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino.

E sull’efficacia di iniziative che vengono organizzate per la Giornata della memoria ha detto: “L’antisemitismo e il razzismo non si sradicano facilmente, bisogna ribadire continuamente i concetti legati al rispetto in una società mescolata, in cui bisogna vivere in una condizione di reciproca tolleranza. È terribile che quelle persone siano state estromesse dalla società. Pensiamo a Liliana Segre, da poco nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica Mattarella: a questa bambina a un certo punto è stato vietato di andare a scuola, gli insegnanti di colpo non potevano più occuparsi di lei. Bisogna respingere queste idee distorte, essere pronti ogni volta a contrastarle e pensare alle conseguenze di certi governi forti, che generano tragedie per l’umanità. C’è un dibattito forte in corso, non solo in Italia. In Francia è tornato l’antisemitismo, forse perché là vivono molti musulmani, un fatto che si incrocia con un problema politico, non solo razziale. Questa delle persecuzioni nei confronti degli ebrei è d’altronde una storia che è iniziata millenni fa”.

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