Il Louvre apre una nuova sede, per così dire, gemellata a quella Parigina. Ma questa volta, ad essere esposte, sono le opere del mondo arabo.
A dieci anni dal lancio del progetto, il Louvre di Abu Dhabi si prepara ad aprire le sue porte ai visitatori. Il museo, succursale di quello di Parigi in Medio Oriente, sarà infatti inaugurato in pompa magna a partire l’8 novembre.
L’inaugurazione ufficiale del museo, il primo davvero “universale” del mondo arabo, si terrà mercoledì alla presenza del presidente francese Emmanuel Macron e di Mohammed ben Zayed, principe ereditario e ministro della Difesa degli Emirati Arabi Uniti. L’apertura al pubblico è attesa per sabato 11 novembre, con concerti e spettacoli di danza che si protrarranno fino a martedì 14. La città-museo, concepita dall’architetto Jean Nouvel e costruita sull’isola di Saadiyat, è frutto di un accordo della durata di 30 anni, per un impegno pari a un miliardo di euro, firmato nel 2007 tra la Francia e gli Emirati. Accordo che prevede che sia l’agenzia francese per i musei a supervisionare le competenze, l’assistenza e i prestiti provenienti da 13 siti espositivi francesi.
Circa 300 le opere arrivate in prestito al Louvre di Abu Dhabi, che si aggiungono alle 600 della collezione permanente (delle quali 200 già esposte per l’inaugurazione).
Il percorso espositivo, che conta 23 gallerie permanenti, ha l’intento di riflettere l’evoluzione della cultura dalla Preistoria ai giorni nostri. Per questo solo il 5 per cento della totalità del museo sarà dedicato ad opere di arte moderna o contemporanea. Oltre che all’originale parigino, l’architettura del centro espositivo di Abu Dhabi (dal costo iniziale previsto di 600 milioni di euro) si ispira alle medine arabe, con un insieme di 55 edifici bianchi e una passeggiata sul mare. Molto caratteristica la cupola, composta di 7.850 stelle in metallo attraverso le quali filtrano i raggi del sole. Dopo il Louvre, il nuovo distretto culturale di Saadiyat dovrebbe accogliere nei prossimi anni anche un nuovo Guggenheim firmato Frank Gehry e lo Zayed National Museum di Norman Foster, che attualmente si sta occupando dell’ampliamento del Prado.
Tra i pezzi forti in esposizione al Louvre degli Emirati un Corano del VI secolo, una Bibbia gotica e un testo della Torah ebraica proveniente dallo Yemen. Anche per questo, il numero uno dell’Autorità del Turismo e della Cultura di Abu Dhabi, Mohamed Khalifa Al Moubarak, ha visto nell’apertura del museo il simbolo di “una nazione tollerante e aperta alla diversità” in un periodo particolarmente violento. Come sottolinea, citato dall’Afp, Jack Lang, per dieci anni ministro della Cultura francese e oggi presidente dell’Istituto del mondo arabo, “è molto più universale del Louvre di Parigi perché incarna l’idea di diverse civiltà”. A margine non mancano le critiche, come quelle di alcune Ong rispetto alle condizioni di lavoro dei migranti nei cantieri del museo.