Sale a 200 il numero di donne che accusano il regista newyorkese di molestie sessuali e tra di loro c’è anche l’attrice premio Oscar Julianne Moore. Secondo le accuse, già emerse da altre testimonianze raccolte dal Los Angeles Times domenica scorsa, il regista era solito adescare donne giovanissime, anche ventenni, con la promessa di farle diventare star del cinema, ma per riuscirci, diceva di aver bisogno di conoscerle meglio, intimamente. Ed ecco che gli incontri per interviste o provini diventavano vere e proprie aggressioni sessuali. “Dalla pubblicazione di questa storia, altre 193 donne mi hanno contattato per parlare di Toback”, ha twittato il giornalista del Los Angeles Times, Glenn Whipp, autore dello scoop giornalistico.
Julianne Moore ha raccontato di aver incontrato Toback negli anni ottanta e che il suo approccio è stato simile a quello descritto dalle altre donne. Il regista la invitò per un’audizione nel suo appartamento, cosa che spinse l’attrice a rifiutare. “Lo stesso approccio – ricorda la Moore – si ripeté circa un mese dopo e Toback usò ancora lo stesso identico linguaggio”. L’attrice rifiutò nuovamente, ricordando al regista che aveva usato la stessa “tecnica” appena un mese prima. La Moore ha deciso di parlare dopo aver apertamente condannato il comportamento del produttore Harvey Weinstein, anch’egli accusato di molestie sessuali.
Intanto Toback continua a negare, affermando di non aver mai incontrato le donne che lo accusano o che se lo ha fatto “è stato per 5 minuti, nemmeno me lo ricordo”. Il regista 72enne ha inoltre affermato ripetutamente che negli ultimi 22 anni sarebbe stato “biologicamente impossibile” per lui fare ciò di cui è accusato soffrendo di diabete e di problemi cardiaci che richiedono farmaci.
@GlennWhipp 1 – #JamesToback approached me in the 80’s on Columbus Ave with the same language – wanted me to audition, come to his apt.
— Julianne Moore (@_juliannemoore) 24 ottobre 2017