Piero Angela: "Io senatore a vita? Lasciatemi stare, la politica non ha mai migliorato nulla"

Il popolare conduttore in un'intervista ha spiegato perché non accetterebbe di diventare senatore a vita

Piero Angela: "Io senatore a vita? Lasciatemi stare, la politica non ha mai migliorato nulla"
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5 Luglio 2017 - 11.28


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“Io con la politica non c’entro niente, sono lusingatissimo, ma lasciatemi stare”. Piero Angela, il popolare conduttore televisivo e divulgatore scientifico che in questi giorni è stato suggerito come senatore a vita dal direttore del quotidiano Il Foglio Claudio Cerasa, in un’intervista al Corriere della Sera ha spiegato perché non accetterebbe di diventarlo. “Faccio un altro mestiere, non sono fatto per le gerarchie” ha detto rispondendo alle domande di Paolo Conti. Nell’intervista, oggi in edicola, ha precisato la sua visione del ruolo della politica, descritto lungamente in un suo libro del 2011 ‘A cosa serve la Politica’, un pensiero che sintetizza così: 
“La politica, nei secoli e nei millenni, non ha mai concretamente migliorato le condizioni di vita della gente comune. Non ha mai prodotto ricchezza né benessere. La base è rimasta povera, ignorante, malata, analfabeta. Tutto è cambiato quando, sulla scena del mondo, sono apparse le macchine e l’energia che hanno moltiplicato pani e pesci […]. Oggi la politica può essere molto importante solo se favorisce questo processo: cioè gestire e distribuire bene la ricchezza che nasce da tecnologia ed energia. Ma se le maggioranze cambiano continuamente, si litiga e si parla solo di legge elettorale, nessun progetto vero diventa possibile”.

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La politica, per Angela, discute troppo, agisce poco. “Facciamo l’esempio della scuola” continua il conduttore, “Si parla continuamente di precari, di scuola laica o cattolica, di sicurezza degli edifici. Ma rarissimamente del vero problema: cioè come migliorare il livello e la qualità dell’insegnamento. E poi, in generale, in Italia non si premia il merito, il valore, l’autentica capacità […]. Da cittadino vedo l’incapacità della politica italiana di far emergere le mille potenzialità che ha il nostro Paese, pieno di gente in gamba». Manca un sistema Paese?, chiede Conti. “Nel libro dico che l’Italia è ricca di straordinarie intelligenze ma manca del tutto un’intelligenza di sistema”.

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