Si tratta di una testimonianza unica di una tragedia che nessuno dovrebbe dimenticare. Il regista Alejandro Iñárritu l’ha illustrato la settimana scorsa al sindaco di Milano Beppe Sala: l’idea è quella di portare a Milano il “barcone della morte”, il peschereccio affondato nell’aprile 2015 al largo della Libia, portando sul fondo del mare almeno 700 migranti.
Il barcone è in Sicilia, ad Augusta, ma il regista premio Oscar, con l’Alto commissariato Onu per i rifugiati, vorrebbe farlo arrivare a Milano per il 24 marzo, in piazza Duomo: lì, quel giorno, papa Francesco dirà messa. C’è molto mistero intorno a questa operazione, ma dopo che Repubblica per prima ne ha scritto lanciando anche una campagna di raccolta firme per portare a termine l’iniziativa, arrivano i primi commenti.
Dalla Diocesi milanese fanno sapere che “si sta cercando di capire il progetto, a cui guardiamo con simpatia e interesse”. Perché, è il senso della riflessione che si fa in Arcivescovado, “in una città che si sforza di accogliere i migranti, un simile memoriale sarebbe un monito per tutti gli altri a vivere lo stesso impegno, e alla nostra città a continuare”.
Il sindaco Sala aveva già guardato con interesse a un possibile arrivo a Milano del relitto, immaginando anche un museo interattivo dedicato ai migranti