Sento talmente parlare di scope e ramazze da usare a Roma che provo a dire anche la mia. [url”I propositi e la provocazione”]http://giornaledellospettacolo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=83836&typeb=0&#romasonoio-l-hashtag-di-alessandro-gassman-per-pulire-roma[/url] lanciate da Alessandro Gassmann sono sicuramente encomiabili e in buona fede. Mi viene però difficile accettare l’idea di un paese che continua a fare enormi sforzi contando principalmente sul volontariato e sui sacrifici dal basso: dalle mense per i poveri al lavoro nelle comunità, dall’assistenza ai bisognosi alla ricerca sulle più diverse malattie arrivando fino alla pur necessaria ramazza in questione.
Tutte attività per le quali versiamo già abbondanti oboli allo Stato, alle Regioni, alle Province (anche se si dice che non ci siano più) e ai Comuni.
Aggiungo i sacrifici che ci sono stati richiesti negli ultimi anni da tutti i governi. Purtroppo non c’è solo il problema Roma, magari fosse così, c’è l’Alitalia, ci sono le ferrovie, gli aeroporti da terzo mondo, la sanità, la cultura, la viabilità, l’ambiente, la giustizia, la difesa, la sicurezza… mi fermo, ma potrei continuare.
Allora mi viene in mente che se il procedimento della ramazza fosse davvero valido lo sarebbero anche le ronde private, la privatizzazione della salute, la giustizia fai da te, i tribunali del popolo… No. Non sarebbe quella la strada giusta.
Tutto questo mi fa venire in mente un fatto che accadeva spesso quando andavo a scuola. Si arrivava ad un certo momento in cui la lavagna, pur pulendola con il cancellino, non rendeva più leggibile lo scritto: c’era troppo gesso residuo. Allora la maestra chiedeva ad uno di noi di andare al bagno e prendere la pezza bagnata. Era fantastico vedere l’effetto che quella pezza produceva sulla nera ardesia: tornava come nuova e la scrittura piacevolmente leggibile. Ecco, penso che più che della ramazza, che userei sulla schiena di questa classe dirigente, sarebbe necessaria la pezza bagnata. Buona giornata a tutti. O quasi.
