Sophia Loren compie 80 anni. Sembra incredibile, tenuto conto che oltre un’icona del cinema è anche considerata un’espressione potente di femminilità e sex appeal, ma tant’è. E del resto questo anniversario così importante, la vede come sempre in gran forma ed in piena attività artistica. Al recente festival di Cannes infatti ha portato il suo ultimo film per la regia del figlio Edoardo “ La voce umana”, tratto dal celebre monologo di Jean Cocteau, per l’occasione riscritto da Erri De Luca e in questi giorni è uscita la sua autobiografia dal titolo emblematico “Ieri, oggi e domani”, come il celebre film premiato con l’Oscar che la vide protagonista.
80 primavere e non sentirle affatto insomma per l’attrice italiana più famosa nel mondo, l’unica diva del Belpaese universalmente riconosciuta come tale e fra le 25 stelle più brillanti di tutti i tempi del firmamento di Hollywood, secondo la classifica stilata dall’American Film Institute.
Chi la conosce bene giura che la Loren curerà in ogni dettaglio la giornata del 20 settembre, giorno del suo compleanno e con tutti farà finta che quella, sia una giornata come un’altra. Ma per chi come lei è diva anche nel quotidiano, l’appuntamento con le 80 candeline resta una “giornata particolare” da trascorrere nel modo migliore con gli affetti più cari e guadando al domani. Come ha sempre fatto nella vita.
E non potrebbe essere altrimenti. La sua vita, fin dall’infanzia stentata a Pozzuoli guidata con metodi ferrei dalla mamma Romilda che in lei vedeva il riscatto delle sue occasioni perdute (doveva andare a Hollywood come sosia di Greta Garbo, ma rimase incinta), per proseguire coi primi passi sui rotocalchi e nei fotoromanzi che precedettero la meravigliosa avventura e carriera nel cinema, è leggenda.
Bellezza mediterranea, dalla napoletanità incarnata a pieno titolo come attrice ed elevata a essenza della vita stessa, Sofia Scicolone Villani è nata però a Roma, figlia del marchese siciliano Riccardo Scicolone Murillo, che riconobbe la bimba ma non sposò mai Romilda.
E Roma è stata la città che poi le ha spalancato le porte, quelle di Cinecittà ovviamente, per farla diventare l’attrice che tutti conoscono, apprezzano ed amano. Una carriera costruita passo dopo passo, particina dopo particina a fianco dei mostri sacri dell’epoca (memorabile la sua apparizione in “Due notti con Cleopatra” a fianco di Albertone) per proseguire col concorso di bellezza che la fece notare al produttore Carlo Ponti e il contratto di esclusiva che per lui firmò nel 1951.
In poco più di sette anni la sconosciuta Sofia Lazzaro cambia il cognome, acquista l’”h” nel nome e diventa una star internazionale. Inizia con “Carosello napoletano” di Ettore Giannini (1954) poi è a fianco di Totò in “Tempi nostri” (Alessandro Blasetti) e infine esplode con il suo vero pigmalione, Vittorio De Sica, in “L’oro di Napoli” (indimenticabile pizzaiola, con la sua camminata a petto in fuori per i vicoli) e con il suo partner irripetibile, Marcello Mastroianni in “Peccato che sia una canaglia” ancora di Blasetti, film che segnerà una delle coppie del cinema più amate e applaudite in ben 15 pellicole.
Dopo essere diventata una diva italiana, una “maggiorata” degna di rivaleggiare con Gina Lollobrigida di cui prende il posto nel terzo episodio della trilogia “Pane amore e…” (Dino Risi, 1956) arriva per Sophia il successo internazionale grazie alla celebre copertina di “Life” che la incorona come emblema della bellezza tricolore.
Carlo Ponti (che nel frattempo convive con lei dando scandalo perché secondo la legge dell’epoca non può divorziare dalla prima moglie), la accompagna nell’avventura a Hollywood dove troverà partner del calibro di Cary Grant, amico fedele e assiduo corteggiatore, Frank Sinatra, John Wayne, William Holden, Tony Perkins e perfino Marlon Brando, collezionando successi dalla risonanza internazionale con i vari “Il ragazzo sul delfino”, “Orgoglio e passione”, “Un marito per Cinzia” e “Orchidea nera”..
Nonostante questa felice parentesi americana in cui Sophia si confronta da pari a pari con le dive più in voga dello starsystem hollywodiano come Marilyn Monroe, Liz Taylor ed Ingrid Bergman, è tornando a casa che paradossalmente ottiene la consacrazione mondiale. Ed è di nuovo grazie ai due soli uomini che nella vita ha tenuto nel cuore oltre al marito, Vittorio De Sica e che le fa ottenere l’Oscar per “La ciociara” nel 1962 e il “latin lover” Mastroianni.
I tre si ritrovarono tutti insieme sul set di “Ieri, oggi, domani” del ’63 e portarono la pellicola fino all’Oscar per il miglior film straniero e poi in “Matrimonio all’italiana” dell’anno successivo. Due titoli che hanno fatto epoca ed hanno contraddistinto definitivamente il suo modo di essere attrice brava e bella, intensa e passionale, affascinante e inimitabile, in una parola il suo essere Sophia Loren.
La sua carriera è densa di riconoscimenti tra David di Donatello, Orsi d’oro, Palme d’oro, Nastri d’argento, Coppe Volpi e Oscar (per la Ciociara e alla carriera) vinti, (nel 2009 è entrata nel Guinness dei primati come l’attrice italiana più premiata di sempre) e la lista dei suoi film è lunghissima ma un citazione a parte fra i tanti, merita “Una giornata particolare” del 1977 per la regia di Ettore Scola che la affiancò al “solito” Marcello Mastroianni, per quello che si può considerare uno dei film più belli sul fascismo del nostro cinema e che proprio nei giorni scorsi ha rivisto la luce in uno particolare restauro digitale alla Mostra di Venezia.
Riservata e attenta alla sua vita privata, moglie esemplare, madre felice di Carlo Jr. e Edoardo e nonna di quattro nipotini, ha avuto in compenso una vita pubblica molto burrascosa. Dall’accusa di concubinato per la sua storia d’amore con Ponti, al cambio forzato di cittadinanza (divenne francese per poter sposare l’uomo della sua vita), dalle accuse di evasione fiscale in cui difese a spada tratta il marito seguendolo nell’esilio americano fino all’arresto per frode finanziaria che le costò 17 giorni di prigione a Caserta, salvo essere scagionata totalmente dalla Cassazione successivamente.
Una vita vissuta pienamente quindi la sua, tra riflettori e glamour, cronaca e spettacolo, in cui la prorompente bellezza degli esordi è stata sostituita nel tempo dalla rigida e maniacale precisione di attrice sul set della maturità, una caratteristica che comunque non le ha fatto perdere di vista l’affetto verso il pubblico, nei cui confronti è rimasta sempre calorosa e alla mano.
Ecco perché gli 80 anni della Loren sono un evento da festeggiare, ecco perché retrospettive e maratone cinematografiche si avvicendano nelle varie televisioni (Sky Cinema Classics, Iris, Diva Universal, ecc.) ecco perché escono docufilm come quello di Marco Spagnoli che celebrano il suo mito, ecco perché la gente fa la fila per la mostra fotografica del paparazzo della Hollywood sul Tevere Marcello Geppetti alla galleria “Dolce vita” di via Palestro a Roma.
Perché lei è la Loren. Anche ad 80 anni. Auguri Sophia.
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