Minacce anonime contro Eleonora Abbagnato: processo alla madre di una ballerina

Una donna voleva vendicarsi perché la figlia non era stata promossa a prima ballerina. Indagini dopo la denuncia dell'etoile

Minacce anonime contro Eleonora Abbagnato: processo alla madre di una ballerina
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29 Gennaio 2018 - 16.48


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Una brutta storia di minacce e calunnie fatte arrivare a Eleonora Abbagnato. Una storia di  lettere anonime recapitate ai più importanti quotidiani e persino alla procura: per questo motivo la madre di una giovane ballerina è finita a processo. L’etoile dell’Opera di Parigi, che dal 2015 dirige anche il corpo di ballo del Teatro dell’Opera di Roma, è stata oggetto di intimidazioni da parte di una donna che voleva vendicarsi perché la figlia non è stata promossa a prima ballerina.
L’imputata ha inviato una serie di lettere ai principali organi di stampa accusando la Abbagnato e l’impresario teatrale Daniele Cipriani di aver favorito alcuni allievi ed essere in combutta per distruggere il corpo di ballo. Le contestazioni si sono ovviamente rilevate infondate e ora la donna è a processo per calunnia e diffamazione. 

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Nelle prime lettere, datate 2016, la madre della ballerina esclusa chiedeva insistentemente di aprire un’inchiesta: “Ciò che succede al corpo di ballo del Teatro dell’Opera è al di là dell’immaginabile. Innanzitutto è stata affidata la direzione a Eleonora Abbagnato, pazza bipolare e dispotica”, si legge in un foglio scritto a mano e fotocopiato, spedito ai vertici del Teatro, ai colleghi della Abbagnato, ai quotidiani e alla polizia giudiziaria. Nelle righe successive l’etoile viene accusata di avere orchestrato un “piano diabolico”, cioè di avere “affidato ruoli a una cerchia ristretta di ballerini” e di “tenere gli altri seduti dietro le quinte ad assistere, spingendoli ad andarsene”.

Eleonora Abbagnato decide di sporgere denuncia dopo la seconda lettera, in cui la donna definiva l’etoile come “un’incapace”, una “finta bionda” e una “triste ambulanza diretta inesorabilmente verso un centro di igiene mentale”. A spaventare maggiormente la ballerina è stato il passaggio in cui l’imputata, rivolgendosi ai vertici del Teatro dell’Opera, scriveva: “Se scoppia un casino, noi l’avevamo già detto tempo fa, ma evidentemente non ci avevate presi sul serio. E quando le bombe scoppiano, anche se in senso figurato, non ci sono più mediazioni, ma solo distruzione, morti e feriti”.
Dopo la denuncia, sono scattate le indagini della procura. Gli inquirenti hanno rintracciato la responsabile delle lettere: a tradirla è stata una foto pubblicata su Facebook dalla figlia. La madre le aveva regalato alcune marmellate fatte in casa e aveva scritto a mano il nome degli ingredienti sull’etichetta. La calligrafia è risultata identica a quella utilizzata nella prima letta.

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 Per l’etoile, che si è costituita parte civile nel processo, è la fine di un incubo durato diversi mesi: “Ho avuto paura, quelle lettere erano inquietanti. Ero molto preoccupata anche per i miei bambini. Forse un tempo funzionava minacciare per ottenere ruoli di rilievo, ma con me le cose sono cambiate”, spiega la ballerina. “Da quelle lettere emergeva una grande cattiveria – aggiunge -. Quello che mi rattrista di più è che nessuno ci abbia chiesto scusa. La figlia, oltretutto lavora ancora nel corpo di ballo”.

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