“Gran Ballo dell’Ottocento all’Acquario Romano”: la Compagnia Nazionale di Danza Storica, diretta da Nino Graziano Luca, propone un altro immancabile appuntamento: sabato 18 giugno, alle 19.00, il celebre edificio di Piazza Manfredo Fanti a Roma ospiterà un evento che coniugherà tradizione e contemporaneità. Dopo 128 anni, più di cento danzatori provenienti da molte città italiane e da alcune capitali europee, balleranno valzer, quadriglie, contraddanze, polche, mazurche e danze regency in uno dei luoghi più prestigiosi per l’arte e la cultura nella Capitale.
«L’Acquario Romano fu inaugurato il 29 maggio 1887 e i giornali dell’epoca riportano che già nel carnevale del 1888, Ettore Bernich l’architetto che lo realizzò, vi organizzò feste e balli – ha ricordato Nino Graziano Luca – per molti anni è stato un teatro che ospitava attori come Petrolini e Viviani, spettacoli di operetta e varietà di grande successo, mentre adesso è la sede dell’Ordine degli Architetti di Roma, tornando ad essere simbolo della contemporaneità, così come venne pensato dal progettista: un edificio espressione della modernità e della laicità della Capitale». Ed è per questo che il “Gran Ballo dell’Ottocento all’Acquario Romano” sarà contraddistinto da elementi innovativi che si aggiungono al già consolidato format della rievocazione storica.
«Per l’occasione useremo anche i linguaggi contemporanei dell’architettura e del design – ha continuato – all’evento sarà possibile ammirare la mostra “Architettura 0.0” coordinata da Antonio Luigi Stella Richter. Gli studenti di DESIGN2 dell’Istituto Europeo di Design (IED) cureranno gli shooting fotografici, i servizi video e altri dettagli che impreziosiranno il contesto dell’evento. Per la prima volta, inoltre, verranno trasmessi in diretta sulla pagina Facebook della Compagnia Nazionale di Danza Storica i momenti più importanti del Gran Ballo».
Grazie al lavoro della Compagnia Nazionale di Danza Storica, i Gran Balli sono diventati un’attrattiva di respiro internazionale e il lavoro di Nino Graziano Luca, frutto di una ricerca che dura ormai da quasi trent’anni, ha risvegliato l’interesse verso quello che è diventato un vero e proprio fenomeno culturale.