Carmina Burana: gli Spellbound Contemporary Ballet a Milano

Lo spettacolo con la coreografia e la regia Mauro Astolfi andrà in scena il 222 e 23 maggio 2015 a Milano al Teatro Martinitt.

Carmina Burana: gli Spellbound Contemporary Ballet a Milano
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22 Maggio 2015 - 14.28


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Spellbound Contemporary Ballet ripropone a grande richiesta il suo spettacolo fiore all’occhiello, Carmina Burana, con la coreografia e regia di Mauro Astolfi e le musiche di Carl Orff, Antonio Vivaldi I, Ecce Torbit Probitas, il disegno luci di Marco Policastro e le scene di Stefano Mazzola. Lo spettacolo, che aveva debuttato in prima assoluta a Maiori nel settembre 2006, è presentato a Milano al Teatro Martinitt, il 22 e 23 maggio 2015, nel riallestimento per la celebrazione dei 200 anni del Teatro Sociale di Como e per il Prisma Festival de Danza contemporanea di Panama (ottobre 2014).

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“Carmina Burana – ha spiegato Mauro Astolfi – ha accompagnato in modo fedele tutto il lavoro e la produzione della Compagnia dal 2006 fino a oggi. Nonostante la ricerca di nuovi linguaggi e nuove formule comunicative ed espressive, Carmina Burana ha sempre rappresentato una nostra sicurezza. È stato infatti profondamente rivisitato ma ha conservato lo spirito e l’atmosfera originali con l’aggiunta di altri momenti e tante piccole altre avventure. La versione per il Teatro Vascello è sicuramente la più potente, la più intensa e per noi, ora, la più vera e completa.”

La forza narrativa della danza, della musica e dei versi sono il compendio perfetto dei “carmina” evocati in tutta la loro potenza espressiva di raccolta di documenti poetici e musicali del Medioevo che diventano, nella creazione di Astolfi, poesia burlesca, impudente, sovversiva, attraverso cui parlare senza troppi veli del corpo e della sua quotidiana avventura.

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Da questo curioso magma di scurrilità plebea e raffinatezza cortigiana, Mauro Astolfi trae una coreografia tutta giocata tra ‘larghi’ e ‘sfrenatezze’ che agisce lo spazio quasi a volerlo contestare, divisa essenzialmente in tre momenti che scandiscono un crescendo liberatorio: si passa da una brutale aggressione sotto il cupo rombare della pioggia battente a una parte irriverente e grottesca che allude alle giullarate, per culminare infine nell’incendium cupiditatum, lo scatenamento delle passioni. Due i simboli chiave di questo balletto, calati in un’atmosfera inquietantemente metafisica: un grande armadio e una tavola. Il primo luogo di memorie, di segreti di ‘scheletri’ ipocritamente celati; la seconda, altare sacrificale della terrena voluptas, imbandita di corpi esibiti come cibarie tentatrici.

“Il titolo classico – ha continuato Astolfi – rimane nei sapori, nelle sfumature e nelle atmosfere, appunto di un classico. La danza contemporanea reinterpreta ed elabora nella percezione del presente tutto quello che di un certo passato, anche di quello non vissuto direttamente, ma solo letto o sentito dire. In qualche modo ci suggestiona. La danza per sua natura non rischia una ‘non appartenenza’, e tantomeno ha bisogno di essere collocata temporalmente perché può piegarsi all’infinito e assumere tutte le forme, tutte le dinamiche e tutti i pensieri della creazione.”

Carmina Burana, tra le produzioni di maggior successo della Compagnia, in repertorio dal 2006 e record di incassi per svariate stagioni italiane, ha superato ormai le 150 recite con presenze nei Festival di Austria, Spagna, Thailandia, Germania, Cipro, Panama, Lussembrugo.

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“Il successo di questa produzione a giudicare dall’appeal che continua ad avere, a distanza di tempo e su diversi target di pubblico di ogni Paese – ha affermato Valentina Marini – sta sicuramente nel riuscito mix di diversi elementi che hanno reso lo spettacolo un evergreen, la musica coinvolgente e l’abbinata intelligente tra Orff e altre partiture interessanti e legate al tema, una scenografia utilizzata con ironia e spregiudicatezza e una danza potente almeno quanto il tappeto sonoro. Di certo è un prodotto riuscito e nel nuovo riallestimento ha mantenuto lo smalto della versione iniziale acquistando una freschezza in più grazie al riadattamento coreografico.”

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