"La scuola cattolica", così Mordini racconta lo stupro assassino dei fascisti del Circeo

Presentato fuori concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, racconta sei mesi prima del delitto, la genesi di un atto disumano.

"La scuola cattolica", così Mordini racconta lo stupro assassino dei fascisti del Circeo
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6 Settembre 2021 - 14.13


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Da dove nasce la violenza che porterà al massacro del Circeo. Cosa ha fatto sì che tre ragazzi della Roma bene si trasformassero in assassini.
In un flash back “La scuola cattolica”, fuori concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia, racconta sei mesi prima del delitto, la genesi di un atto disumano.
Siamo nel 1975 nell’elegante quartiere Trieste dove si trova il liceo privato maschile frequentato da Angelo Izzo,Gianni Guido e Andrea Ghira che tra il 29 e 30 settembre violentarono e massacrarono di botte Rosaria Lopez che morì in seguito alle violenze e Donatella Colasanti, che si salvò perché finse di essere morta.
Il film è tratto dal romanzo omonimo di Edoardo Albinati, che fu compagno di scuola dei tre autori del delitto.
“Nascere maschi – ha scritto Albinati nel suo romanzo- è una malattia incurabile”.
Applaudito in conferenza stampa:Jasmine Trinca, Benedetta Porcaroli, Federica Torchetti,il regista Stefano Mordini, Valeria Golino,Valentina Cervi. Nel film anche Riccardo Scamarcio, Fabrizio Gifuni e Giulio Pranno.
Mordini ha spiegato di non avere voluto contestualizzare precisamente il milieu politico, quella destra eversiva frequentata da Izzo, Guido e Ghira, ma dandola per sottintesa.
“Gli assassini – ha sottolineato Morandini-si muovono da drogati mentre sono nella villa del Circeo, anche se la droga non si vene e così anche la declinazione politica è quella in cui si muovono da fascisti che si prendono degli spazi di violenza inaccettabili. Lo avevamo dato per dato perché il film non venisse etichettato. Non è un conflitto di classe l’impunità c’è nelle borgate e nelle citta”, non è conflitto politico quello che emerge ma un conflitto uomo donna di una violenza sul femminile”.
I ragazzi di buona famiglia che violentano e uccidono hanno madri che portano la responsabilità di questi figli crudeli. Lo hanno commentato le tre attrici che ne interpretano il ruolo.
“Le tre madri rappresentate – ha spiegato Valeria Golino- hanno una responsabilità più o meno conscia, il mio personaggio è un’ignava più che un’ipocrita. Non conosce il marito, né i figli”.
Per Valentina Cervi “le mamme sono responsabili inevitabilmente,quella che interpreto è un donna cattolica che crede nella storia cattolica, vive la dimensione del femminile subordinata al marito. In questa perfezione si crea una sorta di gabbia”.
Infine Jasmine Trinca, la madre forse meno madre, riporta il tema alla moralita”.”Siamo tre madri borghesi e l’ipocrisia della doppia morale è evidente, il mio personaggio ha come segno la vanità, vive nella sua bellezza e fama fuggita con un figlio picchiatello. Quando il figlio vuole colpire la madre con la katana simbolo fallico, alla fine non ci riesce, la sua impotenza emerge in tutta la sua evidenza”.
Il regista, pur ricostruendo con fedeltà la terribile notte nella Villa del Circeo, non ha voluto entrai nei dettagli più morbosi.
“Il punto di vista è sempre quello di Donatella Colasanti. Per me era giusto non spettacolarizzare la violenza lascio la responsabilita’ ai maschi di ritenersi responsabili di quello che è successo”.
Le due giovanissime attrici che hanno interpretato Rosaria Lopez e Donatella Colasanti; hanno dovuto compiere uno sforzo importante.
“Non sono romana – ha sottolineato Federica Torchetti che interpreta Rosaria Lopez- conoscevo il delitto delCirceo ma mi sono documentata sul contesto politico ma ho trovato il tema attuale vista la violenza tra adolescenti sul web e social, questo film ci dice che l’educazione dovrebbe partire dalle scuole. Oggi le donne hanno cominciato a denunciare gli stupri.
Dacia Maraini su Rosaria Lopez scrisse all’epoca che il focus era che era vergine.
Le sequenze al Circeo sono state difficili, non abbiamo fatto prove ma il regista è sempre stato presente in scena e mi sono sentita protetta, sono entrata in contatto con quel dolore, c’è stato un grande rispetto anche da parte dei ragazzi, mi sono astratta dal mio corpo”.
Benedetta Porcaroli che interpreta Donatella Colasanti conosceva da romana il delitto del Circeo.
“Per girare le scene nella villa abbiamo seguito il flusso in calandoci in quei panni cosi’ atroci di queste ragazze. Ci veniva chiesto di spogliarci puntandoci la pistola, io a un certo punto ho avuto un blocco non riuscivo a togliermi i vestiti. Ci voleva un film cosi’ ed e’ un tema che continua a insidiarsi nella vita.
Ho portato la purezza di queste ragazze e il loro diritto di essere innocenti”.
Morandini ha raccontato di una sua amica che incontro’ Izzo a Londra sull’interail e fu arrestata, poco dopo venne arrestato anche lui. Ne nacque un rapporto epistolare che il regista ebbe modo di leggere. “La scuola cattolica” sara’ nelle sale dal 7 ottobre.

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