Prima autrice “non bianca” a vincere l’Oscar, seconda regista dopo il 2010 di Katheryn Bigelow: miglior film per l’Academy è “Nomadland”, il toccante film sulle vite solitarie e da nomadi nell’Ovest statunitense firmato dalla regista Chloé Zhao, con certificato di nascita a Pechino che incassa la statuetta dopo il Leone d’oro a Venezia. Ha battuto tra altri “Mank”, sullo sceneggiatore-co-sceneggiatore di “Quarto potere” di Orson Welles in una storia sul cinema che Hollywood di solito ama molto. La pellicola ha però incamerato il premio per la fotografia per il suo stupendo bianco e nero. Tre le statuette per “Nomadland”: quella alla miglior attrice, Frances McDormand, alla sua terza vittoria a Hollywood, e ai produttori come la stessa Frances McDormand, Peter Spears, Mollye Asher, Dan Janvey e la regista Zhao.
Vittoria a sorpresa tra gli attori: Anthony Hopkins, 83enne, per “The Father”, alla sua seconda statuetta dopo “Il silenzio degli innocenti” del 1994 che non era presente alla serata formato Covid e con tutte le restrizioni della situazione. Come riporta l’Ansa, davanti a una platea di star in buona parte afroamericane nell’edizione numero 93 l’attore britannico ha superato il favorito, l’afroamericano Chadwick Boseman nominato per la sua ultima interpretazione prima della morte in “Ma Rainey’s Black Bottom”. A proposito di afroamericani: senza un conduttore/conduttrice unico/unica per la serata, quanto Regina King nel suo monologo di apertura ha accennato alla condanna del poliziotto di Minneapolis Derek Chauvin per aver assassinato George Floyd. Nei corti ha vinto “Two Distant Strangers” su un agente bianco che uccide un nero.
La cerimonia si è tenuta al teatro Union Station di Los Angeles e collegamenti con varie location da Los Angeles con Londra, Parigi, Sydney e Roma.
L’Italia non ha vinto niente. Il nostro Paese era in corsa con due opere in tre categorie: sia nel trucco sia nei costumi “Pinocchio” di Matteo Garrone, nella canzone originale con “Io Sì / Seen ” di Laura Pausini insieme a Diane Warren (la quale ha corso per il premio più ambito per la dodicesima volta invano) per “La vita davanti sé” di Edoardo Ponti. Anche Glenn Close ha corso senza vincere: era l’ottava candidatura, tante quante Peter O’Toole raggiungendo il suo poco ambito record.
Ricordati gli scomparsi dell’anno del mondo del cinema con “In Memoriam”: tra loro Ennio Morricone, Giuseppe Rotunno, Sean Connery, Michel Piccoli, Kim Ki Duk e Boseman.
Su 23 Oscar ben 15 riguardano film distribuiti in streaming compreso “Nomadland”, che arriva nelle nostre sale da oggi o comunque in questa settimana con le riaperture dei cinma e che va dal dal 30 aprile su Disney+: “Guardatelo sullo schermo più grande possibile e tornate al cinema, in quella sala buia”, ha esclamato Frances McDormand sul palco dove sono salite anche Swankie e Linda May, due delle nomadi nella realtà raccontate dal film.
I premi
Miglior film
Nomadland
Miglior regia
Chloe Zhao per Nomadland
Miglior attrice protagonista
Frances McDormand, Nomadland
Miglior attore protagonista
Anthony Hopkins, The Father
Migliore attrice non protagonista
Yuh-Jung Youn, Minari
Miglior attore non protagonista
Daniel Kaluuya, Judas and the Black Messiah
Miglior sceneggiatura originale
Una donna promettente
Miglior sceneggiatura non originale
The Father
Miglior fotografia
Mank
Miglior film internazionale
Un altro giro, Danimarca
Miglior film di animazione
Soul
Miglior documentario
Il mio amico in fondo al mare
Migliori trucco e acconciature
Ma Rainey’s Black Bottom
Migliori costumi
Ma Rainey’s Black Bottom
Miglior sonoro
Sound of Metal
Miglior cortometraggio
Due estranei
Miglior cortometraggio animato
Se succede qualcosa, vi voglio bene
Miglior cortometraggio documentario
Colette
Migliori effetti speciali
Tenet
Migliore scenografia
Mank
Miglior montaggio
Sound of Metal
Migliore colonna sonora
Soul
Migliore canzone originale
“Fight for You” –
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