Dagli spazi Lgbtq alla commedia argentina, il festival di cinema lesbico va online

Il dodicesimo festival “Some Prefer Cake” di Bologna si trasferisce online per la pandemia: dal 17 al 26 settembre. E lancia una campagna di crowdfunding per continuare. Il link

Dagli spazi Lgbtq alla commedia argentina, il festival di cinema lesbico va online
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16 Settembre 2020 - 16.36


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di Chiara Zanini

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La dodicesima edizione di “Some Prefer Cake”, il festival internazionale di cinema lesbico di Bologna fondato da Luki Massa e Marta Bencich, si svolgerà, in un formato speciale: on line. “Insieme nella distanza”.

In seguito alla situazione sanitaria determinata dalla pandemia, l’associazione Luki Massa che promuove il festival e l’agenzia Comunicattive che lo dirige hanno infatti deciso di lanciare una versione on line di ben otto giorni, dal 17 al 26 settembre sulla piattaforma indipendente Openddb.it in modo gratuito, ma con un invito a contribuire per garantire lunga vita a “SPC”, perché come spiegano le organizzatrici, «il festival si autosostiene, normalmente attraverso il crowdfunding, i biglietti per le proiezioni e i ricavi del bar. Nel 2020 non avremo queste forme di introiti. Le conseguenze sociali ed economiche del Covid-19 hanno incrementato le disparità sociali, inasprito la povertà e precarizzato ancora di più la condizione di molte persone, soprattutto delle donne. In un momento in cui la cultura rischia davvero di essere un lusso per molte, scegliamo come atto politico di fare una versione totalmente accessibile dal punto di vista economico. Non ci sarà quindi un biglietto da pagare, tutte potranno collegarsi e vedere i film senza costi. Ma produrre cultura richiede tempo e costa: registe, sceneggiatrici, attrici, montatrici e tutte coloro che contribuiscono alla realizzazione dei film sono lavoratrici il cui lavoro, preziosissimo, va riconosciuto e sostenuto. Puntiamo quindi alla pratica del dono e chiediamo a tutte coloro che possono e lo desiderano di contribuire alla sopravvivenza di Some Prefer Cake con una donazione all’associazione Luki Massa, di qualsiasi entità, anche pochi euro. Sarà possibile fare la donazione dal 19 al 26 settembre direttamente dal sito di Openddb. Ma se volete farla prima o dopo, questo è il nostro Iban: T29P0538702406000035269353. Basta inserire nella causale “Erogazione liberale”».

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Il programma è già stato annunciato: un film narrativo, due documentari e una decina di cortometraggi. «Lo facciamo sempre, e a maggior ragione quest’anno, che non è solo l’anno del Covid-19 ma anche quello del Black Lives Matter, abbiamo cercato, nella programmazione necessariamente ridotta che vi proponiamo, di dare spazio anche a visioni non bianche e non occidentali».
Ci sarà Vibrancy of silence: a discussion with my sisters, in cui Marthe Djilo Kamga ci introduce a quattro artiste camerunensi che, come lei, conoscono l’esilio e anche la necessità di trasmettere alle giovani generazioni ciò che hanno imparato nelle loro identità multiple in evoluzione. Le conversazioni sono connesse dai temi chiave dell’eredità culturale, della memoria storica e di come le immagini danno forma ai ricordi personali e collettivi. A Discussion with My Sisters è la prima puntata del progetto di ricerca visiva di Frieda Ekotto, Vibrancy of Silence: Archiving the Images and Cultural Production of Sub-Saharan African Women, incentrato sulla produzione artistica e culturale delle donne africane come eroine ignorate.

L’altro documentario selezionato è All We’Ve Got di Alexis Clements, che parte da una constatazione: dal 2010 hanno chiuso più di 100 bar, librerie e spazi comunitari in cui si riunivano le donne Lgbtq. L’intento della regista era capire meglio perché stava accadendo e perché alcuni spazi sono riusciti a rimanere aperti contro qualsiasi pronostico. Da Brooklyn, New York, dove vive la regista, a Oklahoma City e San Antonio, in Texas, questo film esplora gli spazi e le comunità delle donne Lgbtq al fine di capire meglio perché è importante avere un posto dove confrontarsi sulle tematiche, in particolare per i gruppi emarginati.

C’è anche la commedia Margen de error della regista argentina Liliana Paolinelli. In cui la vita di una donna si sgretola quando ospita la figlia della sua migliore amica. Tutto ciò che sembrava stabilito nella sua vita viene rimesso in gioco quando sente che la ragazza si è innamorata di una donna più grande. Sarà lei?

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Scrivono le organizzatrici: «Lanciamo un invito: stiamo insieme nella distanza! Organizziamo piccole visioni collettive del festival, con gruppi ristretti di compagne, amiche, sorelle, amanti (ed ex ovviamente ;-)) con cui già condividiamo la nostra quotidianità. Nelle nostre case, nei cortili, nei giardini, nelle sedi delle associazioni. Nuclei ristretti di “congiunzione” politico-affettiva in cui possiamo ricreare in forma autorganizzata l’esperienza del guardare insieme: gruppi lesbici di visione solidale. Le nostre connessioni sono altre, lo sappiamo, rispetto al modello eteropatriarcale dei “congiunti”, e allora mettiamo in pratica questa diversità. Teniamo al contempo in mente che i nostri comportamenti espongono al rischio noi stesse ma anche tutte coloro che amiamo e con cui conviviamo la nostra vita. Vi chiediamo di fare una foto del vostro Gruppo lesbico di visione solidale e di spedircela, così da condividerla con tutte le altre sui nostri canali social».

Il programma completo, che prevede anche alcuni incontri a Bologna di cui sarà disponibile la diretta streaming, è su Facebook e sul sito: clicca qui per il sito di Some prefer cake e il programma

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