Ken Loach non delude e mantiene alta l’attenzione sui disastri sociali e psicologici causati da un’economia del solo profitto e guarda anche a cosa avviene fuori dal Regno Unito. Il regista è a Cannes dove ieri ha presentato in concorso Sorry we missed you e, riferiscono i cronisti italiani, ai giornalisti della penisola ha chiesto cos ne dicono di Salvini, ha parlato di “una situazione molto pericolosa” perché la destra è in ascesa, la diseguaglianza tra molto ricchi e poveri è sempre più forte, “c’è tanta rabbia e per sfogarla ce la prendiamo con migranti, diversi e con i più vulnerabili”. Fotografa perfettamente lo stato dell’Europa, il regista nato nel 1936.
Con due vittorie a Cannes nel carnet, Loach racconta nel film dello stato di precarietà diffuso che obbliga a condizioni di lavoro invivibili e, dice a Fulvia Caprara sulla Stampa in edicola, “le persone, anche quelle che hanno un impiego, sono costrette a sfruttare se stesse per sopravvivere. Per conservare il posto si va avanti rinunciando ai diritti fondamentali, restare a casa se si è malati, godere di ferie retribuite, avere coperture quando accadono incidenti”.
Sorry we missed you è ambientato a Newcastle. Il padre Ricky (Kris Hitchen) viene assunto da una ditta di consegne a domicilio per prodotti acquistati su Amazon dopo aver perso il lavoro. A casa ha la moglie Abby (Debbie Honeywood), che per lavoro accudisce anziani e disabili per un’azienda che non paga gli straordinari, il figlio adolescente e ribelle Seb (Rhis Stone) e la piccola figlia Liza Jane (Katie Proctor), di dieci anni. Solo che quel lavoro, le condizioni di quel lavoro, mineranno l’equilibrio familiare. L’agenzia che lo assume in realtà considera un lavoro in proprio, Ricky deve comprarsi il furgoncino vendendo l’auto della moglie, le consegne passano sopra tutto, passano sopra anche le eventuali emergenze, figuriamoci sui diritti, gli straordinari, le ferie. Così quando il figlio viene sospeso da scuola il padre deve continuare a lavorare e non può prendersi cura di lui. “Persino fare pipì è un lusso: si ferma il camioncino delle consegne e si fa nella bottiglia, neanche un minuto e si riparte, perché tutto è tracciato, tutto è una performance obbligata. È una discesa nell’inferno di oggi, di una working class ridotta a schiavitù nell’illusione turbocapitalista e non riguarda i migranti che arrivano in Europa per una vita migliore, ma i cittadini stessi, gli inglesi”, scrive l’agenzia Ansa nella recensione sul film.
La situazione, commenta Loach alla Stampa, è intollerabile: “fin quando non si riconoscerà quanto sia intollerabile non cambieranno le cose. C’è un’esplosione di povertà in Gran Bretagna, l’austerity è una scelta politica”. E ha spiegato di aver avuto l’idea del film andando alle mense dei poveri e vedere che molte persone hanno uno stipendio ma non hanno altra scelta se vogliono mangiare. Segnali di fiducia? Jeremy Corbyn a guida dei laburisti dove però, annota, ha molto oppositori interni.
Sorry we missed you arriverà in Italia in autunno distribuito da Lucky Red. Firma la sceneggiatura Paul Laverty.
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