"Storie di pietre", premiato doc su vita quotidiana, restauri e macerie post terremoto | Giornale dello Spettacolo
Top

"Storie di pietre", premiato doc su vita quotidiana, restauri e macerie post terremoto

Al Trento Film Festival riconoscimenti a "Storie di Pietre" di Alessandro Leone sulla frazione di Frascaro presso Norcia e a un film sulle foreste francesi

"Storie di pietre", premiato doc su vita quotidiana, restauri e macerie post terremoto
Preroll

GdS Modifica articolo

29 Aprile 2019 - 17.16


ATF

Al Trento Film Festival tenuto nella città trentina tra i premi assegnati da giurie e associazioni indipendenti il “Premio Rai al miglior documentario d’attualità” è andato a “Storie di Pietre” di Alessandro Leone, del 2019, prodotto da Riccardo Annoni. Il Premio “Muse Videonatura istituito dal Muse – Museo delle Scienze” è stato assegnato a “Le Temps des forêts” di François-Xavier Drouet. Una menzione speciale dalla giuria di CinemAMoRE al film “J” di Gaetano Liberti.

“Storie di Pietre”, riporta la giuria nella motivazione, “descrive la vita a Frascaro, frazione di Norcia, dopo il terremoto del 2016. La popolazione vive ancora nei moduli metallici, in spazi angusti e in assenza di luoghi di aggregazione. Gli archeologi a mani nude e senza ausilio di mezzi, cercano fra le macerie, in particolare della Chiesa trecentesca di san Antonio Abate, frammenti delle sculture lignee e degli affreschi, ricostruendo come in un puzzle la pala d’altare del Santo”. Il film racconta anche di un monaco in un eremo sul monte un eremo, il lavoro dei restauratori al deposito di opere d’arte terremotate al Santo Chiodo presso Spoleto, macerie per zone dove “il resto è silenzio come il sentiero che congiunge Frascaro a Norcia”.

Quanto a “Le Temps des forêts” (Francia, 2018), “Drouet ci accompagna in un lungo viaggio attraverso le foreste francesi. Incontriamo boscaioli, forestali, proprietari terrieri. Vite legate alle foreste, alla loro gestione, alla loro salvaguardia, al loro sfruttamento. Insieme ci svelano come le foreste di Francia si stiano trasformando sempre più in monocolture intensive, sradicate dai cicli propri di un ambiente naturale e vincolate, invece, dagli imperativi dell’industria”.

Native

Articoli correlati