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Le associazioni: nel 2018 il cinema italiano tiene anche senza campionissimi

Le associazioni Anec, Anem e Anica: forti cali in Germania, lievi in Spagna e Francia, regge la Gran Bretagna, in Italia premia la varietà di titoli e generi

Le associazioni: nel 2018 il cinema italiano tiene anche senza campionissimi
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10 Gennaio 2019 - 18.56


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Il cinema in sala nel 2018 ha registrato forti cali in Germania, lievi in Spagna e Francia, regge in Gran Bretagna. In Italia la nota dolente è ancora una volta la stagione estiva.
Lo comunicano le associazioni di esercenti, produttori e distributori Anec,
Anem e Anica in una nota sul box office europeo che registra “una tendenza generale verso il ridimensionamento, con una fortissima accentuazione del fenomeno in Germania (-16%) e risultati più o meno omogenei tra Francia (-4%), Spagna (-2%) e Italia (-5%), con l’eccezione della Gran Bretagna, dove registra sostanziale stabilità (+0,6%)”.
Gli altri paesi hanno dati di fine anno mentre l’Italia “si affida a fine anno alle elaborazioni a consuntivo della società Cinetel, che rappresenta circa il 92% del totale delle presenze e il 94% degli incassi dell’intero mercato sala registrato ufficialmente dalla Siae”. Quindi c’è da aspettare ma le associazioni stimano “un risultato reale a fine 2018 di circa 93 milioni di presenze e 584 milioni di euro di incasso”. Gli spettatori raggiungono quantità poco superiori in Spagna (98 milioni di biglietti, 586 milioni di euro) e Germania (97 milioni di biglietti e 840 milioni di euro). “Si nota come il prezzo medio sia simile nei due Paesi mediterranei (i biglietti meno costosi in Europa), mentre è molto più alto in Germania”, annotano le associazioni italiane.

La stagione estiva è stata “molto positiva in Spagna e molto negativa in Germania e negli ultimi anni anche la principale nota dolente del mercato italiano”. Per questo l’industria comunica di voler imprimere una svolta e che entro primavera verrano annunciati i film europei, italiani e indipendenti “che si affiancheranno a quelli già annunciati dagli Studios, per formare l’offerta estiva più forte che sia stata proposta nell’ultimo decennio”.

Per le associazioni del cinema “non sembra più vera l’equazione per la quale la quota di mercato americana è stabile e la differenza la fa soprattutto il cinema nazionale”. Con sette “titoli Usa sopra i 10 milioni di euro contro gli otto del 2017, con un incasso medio di un milione di euro più basso nella top 10” per i grossi film nordamericani, “il cinema italiano si è difeso bene, raccogliendo una quota di mercato del 23%”. E questo è accaduto anche senza campioni di incassi del genere “Quo vado”, “Perfetti Sconosciuti” (2016) o “L’ora legale” e “Mister Felicità” (2017).
Le associazioni manifestano fiducia verso il cinema italiano e soprattutto sulla sua varietà: “pluralità di generi (con una costante di maggior successo per la commedia) e di “colore”, minore concentrazione in un periodo dell’anno, emersione di nomi nuovi, tra opere di debuttanti e opere di elevata qualità artistica premiate anche a livello internazionale. Nella Top 100 si intravedono promesse di talento per il futuro: nel 2018 sono stati 27 i titoli italiani e in coproduzione con un incasso superiore a 1,5 milioni di euro contro i 19 del 2017, circa un terzo in più”. In breve, “emerge nel 2018 l’importanza del cinema “medio”, zoccolo duro dell’industria e di una produzione che mette sicuramente sul mercato troppi titoli in un anno, ma che attraverso la quantità esprime anche vitalità e progettualità per nulla scontate”.
Intanto il 2019 è iniziato con segnali positivi con un “+12% della prima settimana dell’anno, conclusa con l’Epifania e il +14,5% tra il lunedì e il mercoledì di questa settimana”.

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