Anche su Bertolucci la merda del web: cari colleghi è l'ora di chiudere i commenti

Mi sono imbattuto in commenti denigratori, osceni, disumani, vergognosi e ancor più vergognosi perché soprattutto anonimi.

Anche su Bertolucci la merda del web: cari colleghi è l'ora di chiudere i commenti
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David Grieco Modifica articolo

26 Novembre 2018 - 16.32


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Bernardo Bertolucci se ne è andato. Dopo tanti padri, ho perso anche un fratello. Aveva 10 anni più di me, l’ho conosciuto 50 anni fa, nel 1968 eravamo entrambi ragazzi. Ma Bernardo è rimasto fino all’ultimo un ragazzo, anche sulla sedia a rotelle.

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Non voglio accompagnare Bernardo Bertolucci con un necrologio. Preferisco che i lettori guardino e ascoltino lui nell’incontro che avemmo al Teatro Petruzzelli di Bari, a conclusione del Bifest, alla fine di aprile scorso.

Nonostante la malattia, Bernardo era in forma smagliante. Io tremavo dalla paura che lui potesse accusare un malore e parlavo troppo per cercare di non stancarlo. Lui mi prendeva in giro, ed era il suo modo per rassicurarmi.

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Questo era Bernardo Bertolucci, questo è Bernardo Bertolucci, questo rimarrà per sempre Bernardo Bertolucci. Un uomo di un talento, di una grazia, di una sensibilità, di una cultura che in questo paese oggi non si trovano più.

Colgo l’occasione per lanciare un invito a tutti i colleghi, a tutti i giornali, a tutti gli editori, di destra o di sinistra, affinché si ponga un termine, una volta per tutte, alla merda che tracima dal web e infetta i giornali più di ogni altra cosa.

Noi di Globalist li abbiamo aboliti da un pezzo. Perché non è tollerabile leggere articoli importanti, intelligenti, acuti, magari scritti da un Premio Nobel, e dover puntualmente leggere sotto i commenti di lettori barbari, rozzi, analfabeti che confutano tutto, propagano teorie che non stanno né in Cielo né in Terra, sparano a raffica fake news e insultano chiunque in modo disgustoso.

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Approfitto di un dolore profondo e personale per affrontare una questione ancor più profonda e tutt’altro che personale. Lo faccio perché leggendo un po’ dappertutto i necrologi di Bernardo Bertolucci, anche in questo caso mi sono imbattuto in commenti denigratori, osceni, disumani, vergognosi e ancor più vergognosi perché soprattutto anonimi.

Questa non è democrazia, bensì il suo esatto opposto. Questo sistema, alimentato da anni da gente senza scrupoli che usa in modo perverso le nuove tecnologie e a forza di calunnie è riuscita a prendere il potere, rappresenta la fine della democrazia, la fine della cultura, la fine dell’educazione, la fine della scuola, la fine della convivenza civile. La fine di tutto. E anche la fine dei giornali, la fine della loro funzione, la fine della loro autorevolezza.

Noi giornalisti abbiamo le nostre colpe, ma ciò che sta accadendo va ben al di là delle nostre colpe e noi siamo più colpevoli oggi se ci facciamo convincere che dobbiamo dare la parola a lettori che neppure leggono, che non sono lettori, che sono teppisti del web prezzolati, che fanno i soldi con i like di Facebook, e che a volte non sono neppure esseri umani, bensì algoritmi della macchina del fango.

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Diciamo basta una volta per tutte. Fermiamo questo schifo prima che travolga tutto e tutti.

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