“La storia ci ha dimostrato che le cose si ripetono. Che l’odio continua a guidare le azioni delle persone. Quello che sta succedendo oggi con gli immigrati, anche qui in Italia, non è un fatto nuovo, è già avvenuto a suo tempo con gli ebrei. Le autorità cercano di creare questo rifiuto, ripetendo alla gente che tutto il negativo viene da loro, dai rifugiati e dai migranti, ed è proprio quello che fecero i nazisti”. Parole precise e forti. Le ha pronunciate Spike Lee in passaggio di un’intervista a Fulvia Caprara della Stampa a proposito del suo film sul razzismo nell’America bianca contro i neri “BlacKkKlansman”, vincitore del Gran Premio della giuria a Cannes.
“Il progetto non era mio – puntualizza il regista autore di film come “Lola Darling” e “Fa’ la cosa giusta” e la “25a ora”, ma del produttore Jordan Peele, me lo ha proposto, ed era il momento giusto per realizzarlo. Quel cavolo di Ku Klux KLan è assurdo. Il movimento politico “Alt-Right” è assurdo. I “Neo-Nazi” del cavolo sono assurdi anche loro. E così abbiamo portato nel film tutta quell’assurdità. Volevamo richiamare l’attenzione su quello che sta accadendo adesso, non solo in Usa, con Trump, il nostro “Agente Arancio”, ma anche in Europa, con Brexit, e con il fenomeno che vede ovunque il ritorno della destra al potere”.
E riguardo ai suoi Stati Uniti capitanati da Trump nell’intervista al quotidiano commenta: “Non serve sperare e guardare le stelle. Adesso il prossimo obiettivo importante è far sentire la nostra voce nelle elezioni presidenziali di metà mandato. Bisogna muoversi, mobilitarsi affinché le cose accadano, il che non vuol dire smettere di pregare: io continuo a farlo”.
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