Fabrizio Gifuni, una laurea honoris causa in letteratura italiana

Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato oggi dall'Università 'Tor Vergata'

Fabrizio Gifuni, una laurea honoris causa in letteratura italiana
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30 Maggio 2018 - 15.23


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“Un attore che ha dato luogo a un originale percorso culturale e creativo contrassegnato da una precisa urgenza espressiva. Una ricerca complessivamente caratterizzata da un ostinato studio dei testi, dalla curiosità verso nuove forme di drammaturgia teatrale e dalla dedizione verso una dimensione performativa totale”. Con queste motivazioni l’Università degli Studi di Roma ‘Tor Vergata’ ha conferito oggi a Fabrizio Gifuni, attore pluripremiato e particolarmente apprezzato da pubblico e critica, la Laurea magistrale honoris causa in Letteratura italiana, filologia moderna e linguistica. La cerimonia si è svolta nell’Aula Moscati della Macroarea di Lettere e Filosofia dell’Ateneo romano. Qui Gifuni ha tenuto una lectio magistralis dal titolo ‘La voce umana è un miracolo: il corpo della scrittura, dalla letteratura al teatro’, in un percorso di letture e commenti di alcuni grandi testi del nostro ‘900. 

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Nella sua lezione Fabrizio Gifuni, romano di 52 anni, ha spiegato: “Il libro si trasforma in un luminoso oggetto transitorio, come se le parole si staccassero dalla dimensione orizzontale della pagina, in cui sono occasionalmente depositate, per rimettersi in verticale: passando dal corpo dello scrittore da cui provengono al corpo di scena, fino ad arrivare a quello degli spettatori”.

In più di vent’anni il lavoro di Gifuni ha dato luogo a un originale percorso culturale e creativo che ha visto l’affermarsi della sua poliedricità come attore in teatro, televisione, radio e cinema.

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Figlio del segretario generale del Quirinale Gaetano Gifuni, nel 1992 si è diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico” e l’anno successivo ha debuttato a teatro nell'”Elettra” di Euripide, diretto da Massimo Castri. Al lavoro di attore-autore in teatro ha affiancato quello di “interprete puro” al cinema e in televisione.

È ideatore e interprete di numerosi lavori fra i quali il progetto “Gadda e Pasolini, antibiografia di una nazione” (Premio Ubu nel 2010 come miglior spettacolo e miglior attore dell’anno per “L’Ingegner Gadda va alla guerra” con la regia di Giuseppe Bertolucci.

Dante, Manzoni, Pavese, Testori, Camus, Cortazar e Bolano sono stati negli anni alcuni fra i suoi banchi di prova. Nelle ultime stagioni è stato protagonista al Piccolo di Milano, della “Lehman Trilogy”, ultimo capolavoro di Luca Ronconi, e di “Freud ovvero l’interpretazione dei sogni” per la regia di Federico Tiezzi. Al cinema e in televisione è stato diretto, fra gli altri, da Gianni Amelio, Marco Tullio Giordana, Liliana Cavani, Edoardo Winspeare, Paolo Virzì, Paolo Franchi, Marco Bellocchio e Daniele Vicari. Rivelazione europea al Festival di Berlino e Globo d’oro della stampa estera nel 2002, due volte Nastro d’Argento (2003 e 2014), Premio Gianmaria Volontè nel 2012.

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L’ultimo, prestigioso premio è stato il David di Donatello nel 2014 per il miglior attore non protagonista per il film “Il capitale umano”.

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