Il ritorno di Lars Von Trier: fuga dalla sala e grida di orrore a Cannes per 'The House that Jack Built'

Il regista, escluso dal Festival dal 2011 per essersi dichiarato nazista, torna con un horror che è riuscito a scioccare il pubblico in sala

Il ritorno di Lars Von Trier: fuga dalla sala e grida di orrore a Cannes per 'The House that Jack Built'
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15 Maggio 2018 - 21.23


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Lars Von Trier era stato perdonato dal Festival di Cannes, dopo che nel 2011, in occasione dell’uscita di quel capolavoro che è Melancholia, si dichiarò (per scherzo, dice lui) un nazista. 

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Il Festival lo punì aspramente, bollandolo come ‘persona non grata’ e impedendogli di partecipare alla Croisette. Cosa che non ha fermato il regista dal continuare la sua carriera, portando a termine film film scandalo come Nymphomaniac.

Von Trier ha sempre fatto della provocazione e dello scandalo la sua cifra stilistica, cosa che lo ha consacrato come uno dei registi più influenti della storia del cinema moderno, con buona pace di quelli che il suo cinema non riescono proprio a digerirlo: film come Dogville, Le onde del Destino, Antichrist e Dancer in the Dark (che nel 2000 gli valse la Palma D’Oro) sono entrati di diritto nella storia, ma a quanto pare la sua ultima fatica, The House that Jack Built, ha sconvolto talmente tanto gli spettatori che a Cannes hanno assistito alla proiezione da spingere le persone ad abbandonare la sala e i critici a scrivere che ‘è un film che non sarebbe mai dovuto essere fatto’.

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Il ‘bentornato’ di Von Trier è un tripudio di corpi mutilati e bambini torturati e uccisi in scena, nella storia di un serial killer che ambisce a fare delle sue vittime delle opere d’arte. Con un cast non da poco (Uma Thurman e Matt Dillon sono protagonisti), il film è già stato bollato da molti come inaccetabile, ma la curiosità per l’uscita in sala tra gli appassionati non ha fatto altro che crescere. Von Trier, 62 anni, ha già abituato il suo pubblico alla violenza estrema mostrata senza censure. 

Ma sono tanti anche quelli che vedono questo film come una provocazione quasi ad personam per il Festival di Cannes: a far nascere i sospetti, il mito del protagonista del film, interpretato da Matt Dillon, che altri non è che Adolf Hitler. 

 

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