Lelouch: Un uomo una donna? L'ho scritto in un bar, all'alba

A 50 anni dall'Oscar per la pellicola interpretata da Anouk Aimee e Jean Louis Trintignant, il regista racconta la genesi del film, nato dopo una profonda depressione

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20 Aprile 2018 - 15.31


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A Marrakech, ospite dell’Institut francais, Claude Lelouch ricorda la genesi di “Un uomo, una donna”, il film che 50 anni fa gli valse l’Oscar e che ha segnato la storia del cinema francese e non solo. il cineasta incontra il pubblico nel cinema Leila Alaoui. In sala, agli studenti di cinema dice: “La vita è come un film, bisogna approfittare di ogni fotogramma”. Racconta gli esordi, l’amore per il grande schermo nato dal fatto che “quando avevo 4 anni, mia madre mi nascondeva nei cinema durante l’occupazione. Così sono cresciuto fino a 7 anni, tutti giorni al cinema, in una sorta di formazione continua”. E ancora, in una sorta di autocoscienza pubblica: “Resto un regista amatoriale, ho girato quasi 50 film imparando passo a passo che tutto concorre a fare un film”. Lelouch si dice “ossessionato dalla spontaneità e dalla verità”, che riesce a trovare solo “negli occhi”. ‘Un uomo, una donna’ è un’opera esemplare in questo senso: “ho cercato di trasformare gli attori in personaggi”. Anouk Aimee e Jean Louis Trintignant, protagonisti della pellicola, “hanno scoperto la sceneggiatura giorno dopo giorno, così avevo l’impressione che potessero vivere la storia, invece che interpretarla”. L’origine del film che ottenne il Grand Prix a Cannes nel ’66 e l’anno successivo l’Oscar come miglior film straniero, nasce da una grande depressione del regista. “Quando ho realizzato questo film, l’ho fatto credendo fosse l’ultimo. Il film precedente era andato malissimo. Sono uscito distrutto dalla proiezione a Parigi, demoralizzato e depresso. Sono salito in macchina e ho guidato a tutta velocità, di notte. Fino a che sono arrivato a Deauville. Qui, sulla spiaggia, all’alba ho visto una donna che passeggiava con il suo cane; solo una silhouette che si allontanava, non ho mai visto in volto quella signora. Mi è sembrata un’immagine bellissima, l’inizio di qualcosa. In due ore, in un bar, ho scritto il film”.

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