In Cina l’omosessualità non è illegale, ma il governo non vede di buon occhio ciò che viene definita come una condotta sessuale “non normale”. Ultimamente, il governo cinese (che ha da poco conferito pieni poteri a vita al presidente Xi Jinping) sta cercando con ogni mezzo di limitare film e programmi televisivi che trattino tematiche omosessuali, così come molti festival di cultura lgbt.
Dopo la cancellazione di Addicted, una serie tv che aveva per protagonisti due studenti gay, la mannaia della censura è calata su Chiamami col tuo nome, il film di Luca Guadagnino che ha stregato il mondo e che ha vinto un premio Oscar alla miglior sceneggiatura non originale.
La storia di Elio e Oliver è stata ritenuta troppo esplicita e la proiezione del film, in programma al Beijing International Film Festival 2018, è stata annullata in quanto “in contrasto con quello che è l’attuale orientamento politico” ha spiegato il critico cinematografico cinese Wu Jian.
Xin Ying, direttore del centro Lgbt di Pechino, ha spiegato che “non esiste una politica chiara in Cina su questo tema e c’è molta confusione su quali siano i criteri secondo cui i film vengono accettati o no”. Un esempio di questa confusione è Seek McCartney, un film di Wang Chao con protagonisti omosessuali che ha invece ricevuto l’ok per la proiezione.