Ozpetek: "La mia Napoli velata" | Giornale dello Spettacolo
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Ozpetek: "La mia Napoli velata"

Dopo 'Rosso Istanbul', Ferzan Ozpetek dedica un altro film ad una città: 'Napoli Velata' in sala dal 28 dicembre. Nel cast Giovanna Mezzogiorno, Alessandro Borghi, Peppe Barra, Luisa Ranieri, Anna Bonaiuto, Maria Pia Calzone.

Ozpetek: "La mia Napoli velata"
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Marco Spagnoli Modifica articolo

18 Dicembre 2017 - 10.45


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Napoli Velata prodotto da R&C distribuito da Warner Bros, è una storia sospesa tra magia e passione, tra mistero e violenza per un racconto dove troviamo nuovamente Ferzan Ozpetek alle prese con alcune corde narrative a lui molto care. “Qualche anno fa ho curato un’edizione de La Traviata al San Carlo sono stato invitato a cena da una Signora della borghesia napoletana di nome Flora. Ho accettato anche perché portava lo stesso nome di un personaggio dell’opera e sono andato a casa sua con – praticamente – tutto il cast per partecipare a questa serata che, in questo film, è diventato l’appartamento molto moderno in un quartiere elegante, dove abita Giovanna Mezzogiorno. Siamo stati molto bene e Flora è diventata una mia grandissima amica.” Ricorda Ozpetek “Quella stessa sera ho conosciuto il cuoco che aveva preparato la cena e il suo amico designer. Vivono alla Sanità e mi hanno fatto conoscere Napoli mostrandomi non solo dei luoghi meravigliosi, ma aprendomi anche un mondo attraverso il racconto di che cosa era successo in quei posti secoli prima. Così, lentamente, è come se fossi entrato in una Napoli strana, enigmatica e misteriosa.”

Un privilegio…

Soprattutto la possibilità di accedere ad un mondo altrimenti dimenticato o – comunque – non immediatamente percepibile: un’opportunità di racconto differente quando ti senti venire addosso idee che altrimenti non avresti avuto. Una sera abbiamo incontrato il Principe Caracciolo e quella è diventata la casa di Anna Bonaiuto…insomma, tutte occasioni per esplorare una Napoli sospesa tra oro e polvere: in più in tutti i miei film si parla della mia ossessione di bambino riguardo alla morte e quella è una città dove la morte ha sempre avuto una presenza particolare e in cui si gioca molto su questo argomento. Tutti i Napoletani hanno un legame speciale, anche giocoso, con la trascendenza. Questa possibilità mi ha consentito di non scadere mai in uno sguardo turistico, ma – soprattutto – di raccontare anche una città differente. Volevo dare un peso diverso a Napoli, mostrandone un aspetto molto diverso alla città che vediamo raccontata in serie come Gomorra. Ovviamente non ho nulla contro questi titoli, ma a me interessava riuscire ad esplorare attraverso il cinema una città molto diversa.

E’il secondo film di seguito dopo Rosso Istanbul in cui lei gira un film che porta nel suo titolo il nome di una città. E’ solo una coincidenza?

Sì, lo è. Inizialmente volevo fare una trilogia, ma poi mi sono reso conto che, forse, non era del tutto una buona idea. L’uscita ravvicinata dei due film, però, è una coincidenza.

Potrebbe arrivare in futuro un terzo capitolo su un’altra città?

Non lo so. Per il momento posso solo dire che questi due sono film molto diversi tra loro: il primo è un racconto della mia infanzia, della mia gioventù nella mia città. Questo, invece, è una qualcosa molto diverso: la città è un personaggio che fa parte di una storia nata durante una serata di alcuni anni fa.

In questo film torna a dirigere Giovanna Mezzogiorno dopo qualche anno: come vi siete ritrovati?

Siamo stati molto bene: siamo cambiati entrambi. Lei era una bellissima ragazza e oggi è una bellissima donna. Con una ‘testa’ che io le devo stare sempre dietro per curarla, perché a Giovanna del suo aspetto esteriore continua ad interessare sempre molto poco.

Ho sfruttato la sua sensualità per una scena di passione tra lei ed Alessandro Borghi di cui vado molto orgoglioso. Del resto sono molto felice del film e dei suoi interpreti e, mentre, in genere sono sempre un po’ nervoso prima dell’uscita, questa volta sono più rilassato del solito. Sarà la “vecchiaia”…oppure chissà? Sarà il fatalismo dei Napoletani ad avermi contagiato…

Quanto l’affascinano i misteri di Napoli?

Molto, perché Napoli è ancora una “pagana”: è un luogo che ti seduce perché più di altri luoghi è una città che è capace di credere a qualcosa di invisibile e magico…un qualcosa che, inevitabilmente, esercita su di me un grande fascino.  

Napoli Velata è anche un film dove le donne hanno un ruolo molto importante e in cui lei torna a metterle al centro del racconto…

Giovanna Mezzogiorno è la protagonista assoluta del film ed è circondata da altre cinque donne che hanno il volto di Anna Bonaiuto, Lina Sastri, Luisa Ranieri, Maria Pia Calzone, Isabella Ferrari. Non c’è un perché: mi baso sempre sull’idea, sull’istinto, sulle cose che mi piacciono e mi interessano in quel momento. E’ stata una scelta molto naturale. Non c’è nessun progetto o piano: seguo il mio istinto.

 

 

 

 

 

 

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