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Il manifesto di un film sulle pulsioni sessuali scatena polemiche e divieti

Il poster di ''Fikkefuchs'', destinato ad essere un successo nelle sale, ritrae l'immagine stilizzata di una sesso femminile. La metro di Monaco ne vieta l'affissione

Il manifesto di un film sulle pulsioni sessuali scatena polemiche e divieti
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19 Novembre 2017 - 12.15


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Non fosse altro che per le polemiche che sta scatenando in Germania, sarà indubbiamente uno dei successi del cinema tedesco a fine anno. Arrivato nei cinema da qualche giorno, ”Fikkefuchs”, di Jan Henrik Stahlberg, racconta la storia di un padre e un figlio la cui principale preoccupazione è quella di soddisfare i propri impulsi sessuali. Nel dibattito ormai di respiro mondiale sulle molestie sessuali, questa commedia satirica, giudicata da alcuni di ”salute pubblica”, ma ferocemente criticata da altri perché ritenuta di cattivo gusto, è stata preceduta da una campagna promozionale che sembra avere colto nel segno, creando un enorme interesse intorno ad essa.
Il poster del film è infatti un disegno che mostra, in modo stilizzato, una figura di una donna nuda il cui sesso ha la forma di una testa di volpe.
Trovandolo indecente, soprattutto per i bambini, la compagnia di trasporti pubblici di Monaco ha deciso di non collocarlo nella metropolitana. La stessa cosa era stata decisa a Francoforte, salvo poi ritirare il divieto.
Per Saralisa Volm, che ha prodotto il film, “è giunto il momento di trovare un modo più chiaro per gestire il nostro rapporto con la sessualità”. Ma il dibattito sul controverso manifesto sembra avere superato il contenuto del film, così che la polemica sta investendo lo stesso concetto di libertà di espressione. Per Rosemarie Heilig, assessore (per i Verdi) di Francoforte all’Ambiente ed ai Diritti delle donne, ”molto più inquietanti sono le pubblicità che usano i corpi delle donne per vendere un prodotto”.
E Saralisa Volm ha chiosato: ”Nella nostra società estremamente liberale e satura di sesso, è incredibile come a volte possiamo essere pudici e bloccati”.

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