Ian McKellen non solo è un attore riconosciuto facilmente da più generazioni perché volto di molti, noti personaggi di saghe estremamente fortunate (come il Signore degli Anelli, o gli X-Men), ma è anche un fulgido attore teatrale da moltissimi anni. Membro per lungo tempo della Royal Shakespeare Company di Londra, si è visto dedicare un documentario alla Festa di Roma: “McKellen Playing the Part”.
Alla conferenza stampa che ne è seguita, oltre ai doverosi ringraziamenti all’ideatore del progetto cinematografico, Joe Stephenson, Ian McKellen ha voluto rivolgere qualche parola in più alla platea.
“Consiglio a tutti gli omosessuali di dichiararsi gay, da quando l’ho fatto io, avevo 49 anni, è migliorata la mia carriera e ho trovato più fiducia in me stesso. Non dico sia una cosa facile, ma smettere di mentire fa bene. Certo può essere un problema per chi ha genitori anziani, per il politico che può temere di perdere i suoi elettori e anche per l’attore di non avere più certi ruoli.
L’attore teatrale britannico (classe 1939), ha intrattenuto una sala Petrassi strapiena parlando di omosessualità, recitazione, Edoardo De Filippo e del suo lavoro.
“Non mi sono mai pentito di non aver avuto figli. Fare sesso per me era illegale fin a quando avevo 29 anni. Per la legge sarei stato un criminale. Anzi la cosa migliore di essere gay, per me era proprio quella di non avere figli. Ora è troppo tardi. Mi piace frequentare i giovani, lo faccio e non mi sono dovuto preoccupare della loro educazione”.
“Il mio modo di recitare cambia di continuo. A inizio carriera pensavo che fare l’attore era mascherarsi, mettersi parrucca e baffi” ha proseguito l’attore. “In realtà recitare significa esattamente il contrario, non nascondersi, ma capire come tutti, dentro di noi, siamo capaci di essere assassini, innamorarci, essere crudeli, gentili e saggi. Una cosa che dico per esperienza personale. Anche se sono gay capisco che ci si possa innamorare di Giulietta”.
Ma le dichiarazioni che più hanno sorpreso e commosso sono quelle fatte da McKellen sul nostro amato Edoardo De Filippo: “Intanto va detto che De Filippo non è italiano, ma napoletano tanto per essere precisi. Non l’ho mai visto sul palcoscenico, ma l’ho incontrato in un teatro a Milano grazie a Giorgio Strehler. E proprio lui in quell’occasione recitò in italiano un brano de La tempesta di Shakespeare, poi lo feci io recitando in inglese. A questo punto si alzò Edoardo De Filippo e lo fece in napoletano. Fu grandioso, se avessi potuto scegliere una compagnia nella quale recitare avrei scelto la sua”.