'La ragazza nella nebbia' è un'indagine sul male e sulla curiosità morbosa dei media

Servillo, protagonista del film: "In questa storia che ricorda quella di Yara Gambirasio c'è anche la bulimia legata alle notizie di cronaca"

'La ragazza nella nebbia' è un'indagine sul male e sulla curiosità morbosa dei media
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25 Ottobre 2017 - 09.15


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Servillo ha ben chiaro di cosa parla quest’ultimo film, e trova anche le parole più indicate per esprimerlo. La pellicola di Carrisi, tratta dal romanzo omonimo, verrà mostrata in pre- apertura alla Festa di Roma ed uscirà ufficialmente nelle sale domani, giovedì 26.

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“Il protagonista di ‘La ragazza nella nebbia’, spesso nascosto, è il male, ma in questa storia che ricorda quella di Yara Gambirasio c’è anche la bulimia legata alle notizie di cronaca, la voglia di spettacolo oltre i sentimenti, e lo show sul male, la tragedia che sguazza in certa tv”. 

In La ragazza nella nebbia Servillo è l’agente Vogel, un commissario cinico e attento ai riflettori dei media, che a inizio film si confronta con lo psichiatra Augusto Flores (Jean Reno) dopo che gli sono state riscontrate inspiegabili macchie di sangue sulla camicia. Siamo in un piccolo paese di montagna, Avechot, dove alcuni mesi addietro, due giorni prima di Natale, è scomparsa una ragazzina di sedici anni, Anna Lou, capelli rossi e lentiggini. Arrivano i primi sospetti e soprattutto le tv, con tanto di plastico del paese, e anche il turismo legato ai fatti di cronaca. Vogel sembra a un certo punto aver trovato il colpevole nel professor Loris Martini (Alessio Boni), ma in questo film che guarda a Fargo, a Twin Peaks e al thriller degli anni Ottanta, nulla sembra essere come appare, a parte la vanità.

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“Anche per me questo film è un’indagine sul male – spiega a Roma Jean Reno in un discreto italiano -. Io sono uno psichiatra, dunque un uomo che cerca di scavare nella mente gli altri, ma ho come una maschera, nonostante la mia faccia onesta”. Lavorare con Servillo spiega l’attore francese:” è stato un regalo. È un grande attore e un grande uomo”. Per Donato Carrisi: “Il crimine è ormai un business e lo so bene per esperienza personale. Mi sono ritrovato a commentare per un quotidiano un fatto di cronaca in un piccolo paesino. C’era lì una pizzeria che stava fallendo, poi sono arrivati i turisti dell’orrore e tutto è tornato a posto. Un affare anche per le tv – continua lo scrittore-regista -. Per coprire un caso di cronaca occorre solo un cameraman e un inviato. E questo per servizi che durano mesi e costano meno di una fiction”.

Carrisi confessa poi con grande onestà: “Per creare bisogna anche rubare e io ho guardato al Noir anni Sessanta, alla grande stagione dei thriller, al mio film cult Il silenzio degli innocenti, a Seven, ai lavori di Luc Besson e ai Soliti sospetti”. Nel cast di La ragazza nella nebbia anche: Galatea Ranzi, Michela Cescon e Lorenzo Richelmy.

 

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